Bada, non sto affermando che esista, non ho strumenti per farlo. Però posso giocare a sviluppare qualche riflessione su questa ipotesi.
Se è vera, allora leggo in giro un sacco di affermazioni a cui la mia mente razionale non riesce a dare un senso. Lo so, lo so, con la razionalità non è possibile afferrare certi concetti, ma lasciami divertire un po’, dopotutto è uno strumento che mi ha aiutato a sopravvivere finora.
Cominciamo dal concetto di ‘vite passate’. Il tempo fa parte di questo mondo fisico, è la quarta dimensione del cosiddetto spazio-tempo einsteniano: al di là di esso il divenire non esiste, pertanto usare locuzioni che lo chiamano in causa non ha alcun senso.
Se l’anima si reincarna più volte non lo fa in una successione temporale, ma in un’eterno presente in cui non c’è un prima e un dopo; più che di vite passate, sarebbe a mio avviso opportuno parlare di vite parallele.
Da questo discende che il karma non ha alcun senso, perché basato sul principio di causa ed effetto che in assenza di tempo perde di significato.
Se non esiste il divenire non può esserci una causa e nemmeno un effetto, perché la causa per definizione viene prima dell’effetto.
Mi viene dunque da concludere che se, per esempio, in questa vita interpreto il ruolo della vittima, non è perché in una vita passata sono stato carnefice e ora mi tocca espiare, oppure fare a mia volta esperienza di ciò che ho causato ad altri.
Semplicemente, se usiamo la metafora che vede lo spazio delle possibilità come un territorio da esplorare, l’anima sceglierà di percorrere tutte le direzioni, prendendo il bivio a destra per fare l’esperienza di carnefice e contestualmente quella a sinistra per provare l’ebbrezza di essere vittima.
La lettura più corretta del karma diventa dunque che, se in questa vita mi sto godendo la vita di campagna, probabilmente in una vita parallela sto respirando a pieni polmoni la brezza marina. Che non mi sembra una grossa colpa da espiare.
Questo pensiero mi rasserena molto perché so che, per ogni bivio che mi si presenti di fronte, non è poi così importante che io scelga la strada giusta: qualunque mia decisione andrà bene, ci penseranno gli altri me a esplorare ciò che ora mi sto precludendo.
E magari un giorno ci rincontreremo nel nulla cosmico per raccontarci come è andata.
E se invece del nulla cosmico fosse il Tutto cosmico, dove tutto e’ già? E se invece la “reicarnazione” altro non fosse se non l’eterno reimpasto della materia e delle sue energie, per cui – in qualche modo, o sotto altre forme – continuassimo ad “esistere” (non nel modo in cui normalmente si intende)?. Pensieri liberi derivanti dai tanti momenti di connessione profonda e “rivelazioni” personali che lasciano il tempo che trovano…Ci sarebbe tanto da dire: il discorso è lungo ed è connesso alle varie filosofie, alla fisica quantistica, a Jung, ecc. dove, a ben saper leggere razionalmente e – successivamente – percepire nella dimensione profonda, si scopre che si gira sempre intorno alla stessa cosa, come se l’uomo, da qualunque punto partisse il suo percorso, riuscisse ad intravedere la “realta”, che nel nostro limite materiale non riusciamo a nè a vedere nè a comprendere. Non dimentichiamoci che la mente (l’ego) ci limita e ci blocca perchè teme di venire annullato e perdere il proprio potere…
Si, a quanto pare il vuoto quantistico è tutt’altro che vuoto, ma un campo di possibilità di energia infinita… discorso davvero lungo e affascinante, grazie!