Archivio mensile:agosto 2013

Il mondo rettangolare


Ho già avuto modo di rimarcare come la canalizzazione dei processi mentali all’interno di solchi più o meno profondi possa costituire una forte limitazione allo sviluppo di nuove idee; con questo articolo voglio rincarare la dose: poiché la formazione dei solchi avviene progressivamente in base alla sequenza di input che ci arrivano dall’esterno, la loro conformazione difficilmente sarà quella ottimale, in quanto le informazioni non arrivano tutte subito ma sono distribuite nel tempo; se cambia l’ordine di arrivo degli input, cambia anche il paesaggio mentale che si viene a formare.

Se gli input arrivassero tutti assieme avremmo forse più difficoltà a creare i nostri modelli mentali, visto il maggior numero di informazioni da gestire contemporaneamente, ma avremmo meno probabilità di sbagliarli.

Ti faccio un esempio; supponi che nel mondo immaginario e semplificato in cui ti trovi arrivino le seguenti informazioni:

1 2

La tua mente tenterà di combinarle secondo modelli conosciuti, probabilmente così:

1 e 2

ed è così che la tua visione di un mondo rettangolare inizia a prendere forma.

Ma gli input esterni non si fermano: adesso arriva un’altra informazione:

3

che tu non hai problemi a collocare nel modello mentale appena creato:

1 e 2 e 3

e pensi che, effettivamente, il mondo deve proprio essere rettangolare. Tutto torna, ti senti tranquillo.

Le informazioni non si arrestano, eccone altre:

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ma anche in questo caso non c’è problema:

1 e 2e 3 e 4 e 5

Eh si, non c’è proprio dubbio, il mondo è rettangolare! Com’è confortevole avere delle certezze, e avere continue conferme che le nostre supposizioni sono giuste.

Ma un brutto giorno, ecco che arriva questa informazione:

6

e qui inizi ad avere dei problemi. Per quanto ti sforzi, la tua visione del mondo rettangolare non riesce a spiegare questo nuovo fatto. Ai tuoi occhi il mondo ha perso coerenza, dev’esserci qualcosa che non va. Questa è una vera e propria crisi, che mina tutte le tue certezze. Fino ad oggi avevi pensato che il mondo fosse comprensibile, spiegabile, prevedibile. Ed ecco che tutto crolla, la tua fiducia viene meno, cadi in depressione, nulla ha più senso perché le convinzioni che fino ad oggi ti sono state così utili non sono più in grado di spiegare il mondo che ti circonda.

Da questa situazione puoi venire fuori, ma ad una condizione: abbandonare i preconcetti. E si tratta di uno sforzo mica da poco, perché devi mandare all’aria idee che si sono formate e cristallizzate nel corso degli anni. Devi avere il coraggio di ammettere che i modelli mentali che ti sei creato erano sì utili, ma forse non erano i migliori. Forse esiste un modello che mette assieme le informazioni in modo completamente diverso e riesce a spiegare più cose.

Alla fine pensi di non potercela fare da solo e ti rivolgi ad uno psicologo per uscire da questa situazione, il quale ti propone un’eresia: il mondo non è rettangolare, ma è un parallelogramma! Figurati! Com’è possibile?

Ma poi, da persona ragionevole quale sei, provi ad accettare i suoi consigli, ed effettivamente riesci a riorganizzare le informazioni in modo diverso:

1 e 2 ok

Beh, tutto sommato lo psicologo potrebbe essere nel giusto. Ma proviamo ad andare oltre:

1 e 2 e 3 ok

Caspita! Vuoi vedere che ha ragione? Ancora:

1 e 2 e 3 e 4 e 5 ok

Incredibile! Non avevi mai considerato il mondo sotto questo punto di vista! Ma riesce a spiegare anche l’ultimo fatto?

1 e 2 e 3 e 4 e 5 e 6 ok

Sì! Funziona! Allora il mondo è proprio un parallelogramma! E tu che hai sempre pensato che fosse rettangolare! Com’è evidente adesso il tuo errore! Finalmente hai ritrovato la tua serenità, finalmente hai un nuovo modo per dare coerenza al mondo.

Adesso possiedi un modello valido per spiegare ogni fatto che accade intorno a te, ma per trovarlo sei dovuto passare per una fase di crisi, nella quale hai dovuto demolire tutte le tue certezze per ricostruirle in modo nuovo; ora puoi finalmente rilassarti e tornare ai tuoi automatismi quotidiani.

Almeno fino a quando non arriveranno nuove informazioni che non riuscirai a collocare nei tuoi schemi…

Riferimenti bibliografici:

Edward De Bono – Creatività e pensiero laterale

Ridare vita a vecchi oggetti


Ecco un altro articolo che brilla di luce riflessa: confesso infatti che l’idea per la sua creazione non è mia, ma di una blogger mia amica che è diventata molto brava ad uscire dal solco guardando il mondo da un’altra prospettiva. In questo suo blog ha pubblicato una serie di articoli nell’ambito della rubrica “Diamo una seconda vita a…”, nella quale sono presentati utilizzi alternativi di vecchi oggetti che sarebbero altrimenti destinati alla discarica.

Siccome questo mi sembra un modo molto divertente ed utile per uscire dal solco, non ho resistito alla tentazione di presentare qui alcune mie creazioni, in modo palesemente e stucchevolmente auto celebrativo.

Metti dunque un po’ di tara al mio egocentrismo e prova a tenere per te quanto di utile può rimanere, magari cercando e proponendo a tua volta idee creative di recupero. Trovi ovviamente altre idee nel blog da cui ho rub – ehm – tratto l’ispirazione.

Ecco dunque le mie idee di recupero:

Immagine

Un cancelletto per bambini adesso è una rastrelliera porta bici.

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Un vecchio cestello porta pacchi della Panda adesso è un comodo stendibiancheria.

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Un fasciatoio, alcune tavole di recupero e le ruote di un passeggino adesso sono un portavivande.

Ti piace la libertà?


La domanda è banale, la risposta che spesso ci diamo pure: ovvio che mi piace, però non si può fare sempre ciò che si vuole, perché viviamo in una società e la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri.

Profondo, non fa una piega.

Ma facciamo finta che gli altri non ci siano, oppure che siano molto accondiscendenti nei tuoi confronti. La tua libertà ne trarrebbe giovamento? Il tuo raggio di azione ne risulterebbe ampliato?

Immagina per un attimo di trovarti catapultato in un territorio sconosciuto, con tanto di strade, ferrovie, fiumi, montagne, abitazioni, e di doverlo esplorare a piedi. Incontreresti qualche ostacolo, ma avendo molto tempo a disposizione, con un po’ di impegno e parecchia fatica riusciresti alla fine a visitarne ogni angolo; se dovessi trovare un buon posto dove costruire la tua nuova casa, avresti sicuramente la possibilità di trovare il posto migliore.

Supponi invece di non poterti spostare a piedi, ma solamente in bicicletta: da essa non puoi scendere neanche per un minuto durante la tua attività di esplorazione; ebbene, ti rimarrebbero comunque molti gradi di libertà, ma sicuramente meno di prima: ci sono posti che puoi raggiungere a piedi ma non in bicicletta.

Immagina ora di poterti spostare solo in auto: la situazione peggiora ulteriormente, arriveresti unicamente dove è presente una strada carrabile, molte zone impervie rimarrebbero inesplorate.

Per non parlare del treno: dovendoti spostare solamente lungo binari saresti veramente penalizzato.

La metafora che ti propongo è questa: il territorio che stai esplorando è il tuo paesaggio mentale, ed i mezzi che hai a disposizione dipendono da quanti preconcetti sono presenti in questo paesaggio; maggiori i preconcetti, minore la libertà di movimento.

Molti di noi sono nella situazione di chi si può spostare unicamente utilizzando il treno: sono così attaccati alle proprie idee che non hanno la benché minima possibilità di scartare di lato: i posti che potranno raggiungere si contano sulla punta delle dita, le nuove idee che potranno trovare sono inesistenti.

Ora, se ti trovassi in queste condizioni, credi davvero che sarebbe sufficiente rimuovere i vincoli esterni per guadagnare la libertà? Chi è il carceriere, l’ambiente in cui vivi o tu stesso?