Archivio mensile:luglio 2018

Dopo una buona bottiglia di rosso (2)


Prendiamoci ora una pausa da tutti questi articoli imbevuti di sofismi, e vediamo di tornare ad essere seri.

Oggi durante un viaggio in autostrada ho avuto la dimostrazione che la separazione è solo un’illusione della mente, e tutto è uno; il mondo è disseminato di indizi in tal senso, basta solo saperli cogliere; così è stato per me oggi, per l’appunto.

Allora, il fatto è questo: leggo sotto ad un cartello di divieto che esso si riferisce solo ai mezzi pesanti; ora, converrai con me che stando così le cose, tale divieto non riguarda i mezzi leggeri.

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Ma se un veicolo è mezzo leggero, per l’altra metà dovrà essere necessariamente pesante, giusto?

Ne consegue che la separazione dei veicoli nelle categorie dei mezzi leggeri e dei mezzi pesanti è puramente illusoria, posto che un mezzo leggero deve essere per necessità logica anche mezzo pesante.

E che a questo punto, rispettare o meno quel divieto si riduce ad una mera questione di interpretazione.

L’illuminazione talvolta si raggiunge anche passando per un fatto apparentemente banale.

Quello che hai dentro


Ti chiedo, prima di proseguire nella lettura, di guardare attentamente questo video.

Sei riuscito ad arrivare fino in fondo? Bene. Adesso prova a descrivere ciò che hai visto, e le emozioni che hai provato.

Hai visto crudeltà? Ferocia? Sofferenza? Cinismo? Spietatezza? Hai provato compassione? Odio?

Oppure hai visto armonia, leggiadria, perfezione, equilibrio? Hai provato ammirazione, stupore?

Cerca di mettere bene a fuoco questi sentimenti, perché contrariamente a quanto puoi immaginare, non hanno nulla a che fare con la scena del video.

Ipotizziamo che tu abbia provato una sensazione di crudeltà; ebbene, sappi che il ghepardo non è affatto crudele: ha semplicemente aperto il freezer e tirato fuori il suo pasto, esattamente come fai tu quotidianamente, anche se con molto meno fatica.

Se davvero hai visto crudeltà, prendi coscienza del fatto che essa non risiede nel video, ma si trova da qualche parte nascosta in te, ed emerge in quanto evocata da quella scena.

Tutti questi sentimenti appartengono all’uomo, e nascono da interpretazioni della sua mente. L’odio non esiste nel regno animale, se da tale regno abbiamo cura di tenerci fuori; se non fosse spinto dalla fame, al ghepardo non passerebbe nemmeno per l’anticamera del cervello di sbattersi tanto in questa eccezionale impresa, emblema di perfezione ed equilibrio.

Quello che vedi là fuori è nel tuo cuore. Come vedi il mondo, e come vorresti invece che fosse? Non è forse il caso che inizi a prenderti la tua parte di responsabilità?

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Accettazione o rassegnazione?


Un’esperienza vissuta di recente da una mia amica mi riporta alla mente un tema che ho già affrontato in un precedente articolo e voglio qui riprendere per l’occasione.

Questa donna aveva un compagno violento, che la maltrattava; lui era normalmente dolce ed affettuoso, ma quando perdeva la pazienza cambiava completamente: diceva che era lei la responsabile di quell’ira, che era colpa sua se usciva di testa; e quando accadeva non volavano solo brutte parole.

Finché un giorno la misura si è colmata e lei è finita al pronto soccorso con naso e alcune costole rotti.

A questo punto ha finalmente trovato il coraggio di lasciarlo e denunciarlo; è iniziato un periodo di stalking, minacce miste a implorazioni di riconciliazione, deliranti quanto poco credibili dichiarazioni d’amore, conclusosi con la condanna di lui.

Anche grazie all’aiuto di uno psicologo lei è poi uscita da questa brutta condizione, e adesso ha un nuovo compagno.

Ecco un esempio lampante che evidenzia la differenza fra accettazione e rassegnazione. Per un lungo periodo la mia amica è rimasta con quell’uomo violento perché rifiutava la situazione; non accettava che fosse un manesco, non accettava il fatto che le cose non sarebbero cambiate, insomma non accettava la realtà.

Poi è accaduto l’evento shock che le ha permesso di aprire gli occhi, ed ha finalmente accettato.

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Ha accettato il presente, ha accettato di avere sbagliato compagno, ha accettato ciò che stava accadendo; e muovendo da questa base, resa solida dal nuovo atteggiamento, ha preso la giusta decisione, affinché non accadesse più in futuro.

Capisci la differenza fra rassegnarsi ed accettare? Se si fosse rassegnata, starebbe ancora con quell’uomo; invece ha accettato lo stato dei fatti, e si è comportata di conseguenza.

Troppo spesso confondiamo i due livelli, e rimaniamo imprigionati nell’inerzia dovuta al rifiuto della realtà; ogni cambiamento evolutivo deve invece obbligatoriamente passare attraverso una fase di accettazione: accettare ciò che non ci piace, affinché tutto cambi.

La sfera


Mi piace immaginarmi come una sfera; sulla superficie si trovano i miei diversi stati d’animo, che si materializzano nei tanti falsi io con i quali tendo ad interagire con l’ambiente, le varie maschere dell’ego, mentre al centro si trova il mio vero io, la mia essenza.

La sfera ruota, e di volta in volta mostra una faccia diversa: di fronte ad uno stesso evento potrò allora rispondere con fastidio, o con entusiasmo, o con piacere; la mia reazione dipenderà dalla posizione della sfera, non dall’evento in sé.

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Ecco come l’amore che provo per qualcuno (o quello che credo tale) possa improvvisamente trasformarsi in odio, dopo una mezza rivoluzione della sfera; ecco come una passione diventa improvvisamente un fastidio, un’attrazione diventa di colpo repulsione.

Tutto questo capita perché vivo in superficie, dove il mare è increspato dalle impetuose onde delle emozioni; ma se riuscissi a scendere in profondità, raggiungere il centro, dove tutto è quiete… la rotazione della sfera non avrebbe più la minima influenza sul mio atteggiamento col mondo, ed io potrei finalmente essere io.

Gli spari sopra… sono per te


Sì, lo so, vorresti essere contornato da persone che ti fanno stare bene, e non doverti confrontare continuamente con quell’odioso rompiscatole del tuo collega, che devi sopportare ogni giorno sul posto di lavoro.

Questo è ciò che desideri; ma lo sai qual è la realtà? Che tu hai bisogno dell’esistenza di personaggi simili; ne hai bisogno perché, che tu lo sappia o meno, ne corso della vita hai accumulato odio, e adesso ti serve un pretesto per scaricarlo.

Se attorno a te fossero tutti irreprensibili, troveresti comunque il modo di avercela con qualcuno, la fantasia di certo non ti manca.

Quel rompipalle è lì ad assillarti perché tu hai rancore da smaltire, altrimenti nemmeno lo noteresti.

D’altra parte, hai mai osservato in te il sottile piacere che provi quando sul finire del film il cattivo riceve la crudele punizione che si merita? Senza cattivo e senza punizione, credi che quel film ti piacerebbe ugualmente?

Liberati dal marcio che hai dentro, ed il mondo diventerà un posto piacevole in cui vivere.