Archivio mensile:novembre 2021

Bianconiglio (il male minore)


Dedico questa mia canzone a tutti quelli che vanno sempre di corsa.

Mim                  
Mi sembra il male minore, mi sembra il male minore
Sol         Re     Sol         Re  
Solitamente resta, solitamente resta
SolLaMim        
Solamente il male minore
Mim
Il mio panciotto custodisce il tempo
vado di fretta più lesto del vento
Re               La                  Mim
lo so, capisco benissimo quanto è difficile vivermi accanto
Mim
Schiaccio il pedale, mi viene d’istinto
se posso accelero e giammai rallento
          Re                    La                    Mim
ho lo spauracchio di perdere il treno e restare in stazione a gestire il rimpianto
Sol         Re     Sol         Re  
Solitamente resta, solitamente resta
SolLaMim        
Solamente il male minore
Mim
La vita è breve e ne succhio ogni spunto
si deve cogliere la palla al balzo
          Re                 La                Mim
che se ti fermi c’è il mondo che rotola e ti viene addosso lasciandoti scalzo
Mim
A piedi nudi mi sento un po’ tonto
meglio proteggersi dal sentimento
          Re             La                  Mim
metto a tacere le voci moleste sfruttando l’anestesia del movimento

Sol         Re     Sol         Re  
Solitamente resta, solitamente resta
SolLaMim        
Solamente il male minore
Mim
Per fare prima uso cibo già pronto
sia per lo stomaco sia per l’intento
           Re                  La                 Mim
stare a pensare può mettere in dubbio il senso di correre verso quel punto
Mim
Devo arrivarci e non darmi per vinto
presto che è tardi è il mio solo talento
           Re               La                 Mim
che se mi scoprono esco dal coro e mi tocca ascoltare il vuoto che ho dentro
Mim
temo tutto quel silenzio, temo tutto quel silenzio, temo tutto quel silenzio,
    re             La
e allora corro
   Mim                  
mi sembra il male minore
   Sol          Re
La solita mente resta
Sol             Re
resta la solita mente
SolLaMim        
Solamente il male minore

La mano invisibile


L’economista britannico Adam Smith con la sua teoria della mano invisibile sosteneva che un libero mercato, nel quale ciascun operatore economico è guidato unicamente dal perseguimento dei propri fini utilitaristici, sarebbe presto arrivato ad una condizione di equilibrio tale da massimizzare il benessere collettivo.

Detto in altri termini il comportamento egoistico di ogni individuo, inserito in un contesto in cui tutti agiscono allo stesso modo controbilanciandosi vicendevolmente, avrebbe portato ad una situazione stabile di ottimo generalizzato, come se il sistema fosse guidato da una mano invisibile, provvidenziale e perequatrice.

Questo principio ha permeato i quattro anni di formazione universitaria che mi hanno portato alla laurea in Economia; certo ho incontrato anche posizioni di altro tipo, quali ad esempio quella di John Maynard Keynes che sosteneva invece la necessità dell’intervento statale al fine di evitare distorsioni che portassero a distribuzioni inique delle risorse economiche, ma la filosofia dominante restava sempre quella basata sulla competizione.

Il modello di Smith regge su diverse ipotesi, come la perfetta mobilità dei fattori produttivi e la perfetta trasparenza dei mercati (ossia la perfetta mobilità delle informazioni).

Appare fin da subito evidente come queste condizioni ben difficilmente si riscontrano nella vita reale: per esempio non posso decidere di spostarmi per lavoro a Caltanissetta dall’oggi al domani senza avere alcun tipo di disagio, anche solo organizzativo; e le informazioni in possesso delle grandi multinazionali non sono certamente quelle che la mia parziale visione dei mercati mi mette a disposizione, informazioni indispensabili per compiere scelte economiche razionali.

In sintesi esistono asimmetrie, rigidità e viscosità dei mercati tali da impedire l’assestamento ottimale idealizzato da Smith, la cui teoria resta, per l’appunto, solo una bella teoria; i fatti dimostrano come la collettività sia ben lungi da una situazione di benessere generalizzato, con la stragrande parte del reddito concentrata nelle mani di pochi e tutti quanti, ricchi o poveri, in preda all’ansia, sempre di corsa a inseguire chissà che con il terrore che il vicino, competitor per definizione, porti via loro quanto hanno conquistato col sudore della fronte.

Per anni, nel corso dei miei studi accademici, sono stato sottoposto ad un lavaggio del cervello a suon di nozioni fuorvianti che davano per scontata la necessità di atteggiamenti competitivi, farcite di termini mutuati dal gergo militare come ‘strategia’ e ‘tattica’, il tutto polarizzato dall’utopia di un PIL in crescita come unico indicatore di benessere collettivo.

Da bravo discente, per anni ho dato per scontato che quelle nozioni fossero valide, senza mai essere sfiorato dal dubbio che potesse esistere un’alternativa.

Oggi comprendo di aver percorso la strada sbagliata, perché l’alternativa esiste ed è basata sulla collaborazione, senza che questo significhi necessariamente perdere la propria individualità.

Un buon sostituto all’equilibrio di Smith è l’equilibrio di Nash, formulato dall’omonimo matematico statunitense che ha rivoluzionato l’economia con i suoi studi sulla teoria dei giochi. Peccato che questi studi non vengano poi applicati nella vita quotidiana, che resta permeata dalla visione del prossimo come potenziale nemico.

Al di là delle teorie modi alternativi di vivere esistono, si tratta di ampliare le proprie vedute e adottarli, smettendo di credere alle panzane che ci raccontano le classi dominanti al solo fine di portare avanti i loro interessi egoistici; perché per loro sì, che il modello di Smith funziona.

Mi si perdoni la citazione sessista che riporto ora ma d’altra parte riflette, al di là di idealizzazioni romantiche, un certo tipo di istinto triviale di cui è illusorio negare l’esistenza, e rende bene l’idea. Soprattutto ai maschi, che peraltro sono mediamente i più competitivi.

Adam Smith va rivisto. Perché se tutti ci proviamo con la bionda, ci blocchiamo a vicenda, e alla fine nessuno di noi se la prende. Allora ci proviamo con le sue amiche, e tutte ci voltano le spalle perché a nessuno piace essere un ripiego. Ma se invece nessuno ci prova con la bionda, non ci ostacoliamo a vicenda, e non offendiamo le altre ragazze. E’ l’unico modo per vincere. L’unico modo per tutti di scopare.

Adam Smith ha detto che il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa il meglio per se. Incompleto! Incompleto, perché il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e per il gruppo. Dinamiche dominanti, signori, dinamiche dominanti. Adam Smith si sbagliava!

Tratto dal film ‘A beautiful mind’

Pentemina


Ringrazio la vita per ciò che mi ha donato, e per i posti meravigliosi che Madre Natura mi offre.

Uno di questi è la Pentemina, acqua limpida che origina ai piedi dell’abitato rurale di Pentema e scava la selvaggia, omonima valle che la ospita, fino a generare il torrente Scrivia nell’abitato di Montoggio dopo essersi unita al suo compagno, il torrente Laccio.

Questa canzone che ho scritto è dedicata alla vita, alla mia valle.

Grazie.

Lam             Mi         Lam                   
Tu che vivi del pianto del cielo  
               Sol      Do
lava via tutto questo dolore  
Rem                  Do
bagna le mie stanche membra
    Mi               Lam
e regalami un po’ di calore
Rem                    Do
voglio spegnere i miei pensieri
       Mi                  Lam    
e riscaldarmi guardando un fiore

Mi

          Lam      Mi     Lam                   
Che è sbocciato sulla tua sponda
               Sol   Do
fra le rocce inospitali 
          Rem             Do
per buona sorte a sua insaputa,
            Mi            Lam
e il suo profumo non ha rivali
            Rem         Do
perché è cresciuto noncurante
       Mi         Lam
di principi ed ideali

        Sol               Do
Nel tuo scorrere sento la vita
          Sol              Do 
così disarmante nel suo fluire
           Rem               Do
che quando penso di averla capita
             Mi                 Lam
torna a scrollarmi, destare, stupire
       Rem              Do
finché mi accorgo che è cominciata
                Mi                 Lam
il giorno che accetto che dovrò morire

Mi

Lam             Mi         Lam                   
Io ti lascio le lacrime in dono
                  Sol         Do
gocce che faranno crescere il mare 
            Rem           Do
lavo il mio viso, e piano piano
         Mi                 Lam
sento la forza tornare a cantare
        Rem           Do
nel tuo sangue cristallino
          Mi                  Lam
che mi sussurra di lasciare andare

Mi

         Lam     Mi        Lam                   
Lascio andare le mie convinzioni
               Sol      Do
nel riverbero delle tue acque
         Rem             Do
sensi di colpa, preoccupazioni
           Mi                Lam
morali, trofei, medaglie e patacche
     Rem               Do
abbandono le interpretazioni
               Mi                   Lam
e ascolto i consigli del saggio che tacque


       Sol                Do
La tua linfa mi mostra la strada
        Sol                   Do 
fluente luce che irrora il cammino
           Rem             Do
fiera, indomabile, ovunque vada
        Mi                      Lam
muta di forma abbracciando il destino
        Rem               Do
non è possibile tenerla a bada
           Mi                       Lam
sfugge o distrugge, scompiglia ogni piano


          Sol               Do
Nel tuo scorrere c’è la mia vita
      Sol            Do 
illuminata dall’imbrunire
          Rem                Do
quando vorrei fosse già terminata
          Mi                Lam
torna a saziarmi di nuovo vigore, 
          Rem                   Do
la mia missione non è ancora compiuta
               Mi                 Lam
ascolta i miei versi, io voglio restare! 

Penitenziagite


Nel medioevo le masse venivano pilotate facendo leva sulla paura del Diavolo e dell’inferno. La Chiesa ha prosperato per centinaia di anni grazie a questo strumento.

Poi ci siamo evoluti, e la religione ha perso il suo ascendente sulla coscienza popolare.

La scienza e il progresso hanno spazzato via antiche forme di superstizione.

Ma la necessità di manovrare le masse è rimasta.

E come ogni liberatore che non tarda a diventare il nuovo despota, la scienza ha preso il posto della religione.

Adesso impera lo scientismo.

Il nuovo Demonio è la malattia. Il nuovo Sacramento è la medicina.

Muta la forma, ma non la sostanza.

La vera liberazione può avvenire solo dall’interno di ciascuno di noi.

Premio letterario Città di Castello


Piccola grande soddisfazione lungo il percorso che mi porterà a trovare un editore che mi conceda la sua fiducia e pubblichi il mio lavoro.

Ci voglio credere!

Una lettura il cui obiettivo è quello di togliere certezze, allontanare dal sentiero tracciato, uscire dal solco non tanto per adottare un punto di vista alternativo, quanto per affrancarsi dal bisogno di averne uno.

Un saggio che fa della contraddizione e dell’autoironia la sua ragion d’essere e che conduce lungo i confini di un lucido delirio, attraverso i misteri della fisica quantistica, della logica, della comunicazione, della mente, del vuoto, senza peraltro tralasciare le implicazioni pratiche di tutto questo nella vita quotidiana.