L’unico modo che hai per evitare delusioni è quello di non avere aspettative. Soprattutto nelle relazioni interpersonali.
Già, perché se ci rifletti, non hai alcuna valida ragione per pretendere che il tuo prossimo si comporti conformemente a quanto vorresti. Certo, magari lo farà, e ne sarai felice… ma non è questo il punto.
Il punto è che non puoi aspettarti che si adegui ai tuoi desideri, né più né meno di quanto puoi aspettarti che i giorni di sole saltino fuori puntuali nei weekend e nei giorni di festa. Non puoi piegare la libertà altrui ai tuoi voleri.
Beh, adesso mi dirai, che fregatura, siamo alle solite, gira che ti rigira la colpa è sempre mia dunque…
Hai detto… colpa?
Bravo, hai toccato un punto interessante. Ora ti dico dove secondo me sta il bello della faccenda.
Cosa sono in fondo i sensi di colpa? Beh, detto in soldoni, io mi sento in colpa quando ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare; oppure quando non ho fatto qualcosa che avrei invece dovuto fare.
Ma un momento… avrei dovuto… in base a quale criterio? Chi stabilisce la regola?
Le aspettative altrui, mi sembra ovvio! Aspettative del singolo, o aspettative collettive: leggi, morale, religione, eccetera. Ci si aspetta da me un comportamento, ed io non l’ho tenuto. Cattivo!
Ma una volta che abbraccio il principio secondo il quale non posso aspettarmi alcunché dagli altri, posso legittimamente e simmetricamente applicarlo anche a loro.
Io non mi aspetto alcunché da voi, ma voi non aspettatevi alcunché da me, ok? E se lo fate… beh, peggio per voi… perché mai dovrei assumermi il costo delle vostre mal poste aspettative con inutili sensi di colpa? Se ci sarà da pagare per le mie mancanze lo farò, rimedierò ai miei errori… ma per favore abbiate la decenza di non chiedermi di sentirmi in colpa!
Come dice giustamente l’avvocato Milton, i sensi di colpa sono come un sacco di mattoni: un’inutile zavorra da scaricare quanto prima!