Archivio mensile:marzo 2014

Chi sei tu?


Ho la lieve impressione di vivere in un’epoca in cui si esalta l’individualismo ed il materialismo.

Volevo quindi utilizzare questi due concetti con un approccio un po’ laterale, se vogliamo anche giocando un po’ con le parole, per portarti a rispondere alla domanda: ma tu chi sei? Individualismo.

Tu sei sicuramente costituito da materia. Materialismo. Ecco come ti immagino:

io Ti senti sottovalutato? Te ne do atto, ma porta pazienza, avevo necessità di semplificare. In prima battuta possiamo dire che sei un insieme di atomi, di particelle. Da bambino sei costituito da (relativamente) pochi atomi, io ho estremizzato indicandone solo uno, da ragazzo ne hai sicuramente di più, da adulto ancora di più.

Ecco, ti faccio anche vedere come immagino quell’antipatico che stava in classe con te, quello che non hai mai sopportato e che la malasorte ha voluto diventasse anche tuo vicino di casa.

lui

Anche per lui vale lo stesso discorso; come puoi vedere l’ho disegnato un po’ bruttino, ricordati perciò che mi devi un favore.

Ma queste sono solo fotografie che catturano l’immagine delle persone in un determinato istante. In realtà ognuno di noi evolve, muta nel tempo. Nel nostro corpo c’è un ricambio continuo di cellule e, in ultima analisi, di materia. Nessun adulto muore con gli stessi atomi di cui era composto alla nascita.

Per cui, per rispondere seriamente alla domanda, è più interessante mettere assieme tutte le fotografie, ossia analizzare la tua persona anche sotto il profilo temporale. Detto diversamente, per sapere chi sei è più ragionevole descriverti in funzione di come sei oggi e di come sei stato in passato (e, qualora fosse possibile, di come sarai nel futuro).

E allora ecco un’immagine più veritiera, tua e del tuo vicino di casa.

olismoCome vedi, c’è un continuo via vai di atomi. Per non appesantire il disegno, solo di alcuni ho tracciato (parzialmente) la storia. L’atomo b, ad esempio, entra a far parte di te all’età di vent’anni dopo un morso ad una bella bistecca, resta per un po’ nel tuo corpo e poi viene espulso a causa di un taglio di capelli. Se ne va in giro per un certo numero di anni e poi torna a far parte di te grazie ad un’inspirazione durante una corsa mattutina.

Ma attenzione! Guarda che succede all’atomo a! L’atomo a, che entra a far parte di te all’età di vent’anni, qualche anno addietro era parte del tuo vicino di casa! E chissà per quanti altri atomi è successa la stessa cosa. Quindi tu e lui siete in qualche modo collegati! In un certo senso, lui è parte di te, e tu sei parte di lui. Questa è una pessima notizia, non trovi?

Se adottiamo un approccio materialistico, non possiamo non osservare come i confini della nostra persona siano piuttosto evanescenti e indefiniti. Materialismo e individualismo, messi assieme, sembrerebbero portare ad una contraddizione.

O c’è un errore da qualche parte?

Riferimenti bibliografici:

Rudy Rucker – La quarta dimensione. Un viaggio guidato negli universi di ordine superiore

La pinza per il pane


L’altro giorno ero in coda ad un self service per pranzare. Arrivo al contenitore del pane, prendo un panino con la mano e la persona che sta con me mi fa notare che c’è l’apposita pinza. Rispondo che non la uso per motivi igienici.

Paradossale? In realtà è paradossale il fatto che ci sia la pinza. Pensaci. A meno che tu non mangi il panino usando le posate (scusa la mancanza di stima, ma ne dubito fortemente), prima o poi quel panino con la mano dovrai toccarlo. Se trascuriamo i passaggi che lo hanno portato a stare dove stava, tu sarai l’unico ad averlo toccato.

Ma la pinza la toccano tutti! Se quello in coda davanti a me ha l’influenza e si è appena starnutito nella mano, io toccando quella pinza sono tragicamente in balia del virus! Sarebbe auspicabile che pure lui avesse preso il suo panino direttamente con la mano (evitando, beninteso, di toccare gli altri).

zanzare

Eppure, nonostante l’evidente contraddizione, tutti continuano a rispettare l’etichetta e ad utilizzare quella dannata pinza, anche dopo aver fatto osservare loro l’incongruenza.

E non è che uno dei casi di comportamento irrazionale sul tema.

Che dire del terrore della tavoletta nei bagni pubblici? La maniglia della porta, quella è da temere! Le tue chiappe sono sufficientemente al sicuro, anche se incontrano qualche microbo. Le tue mani sono invece il vero veicolo di contaminazione, soprattutto a causa di quel tuo brutto vizio di mangiarti le unghie. Lavi le mani, ti senti a posto con te stesso, e poi tac! tocchi la maniglia per uscire, ed ecco che ti sei tutelato contro i microbi domestici ma ti sei esposto a quelli d’oltralpe.

Intendiamoci, non sono un maniaco dell’igiene, né voglio creare impulsi maniacali in te che stai leggendo.

Voglio solo spronarti a riflettere sull’efficacia di ciò che fai per raggiungere l’obiettivo voluto.

Anche in fatto di igiene è il caso di provare ad uscire dal solco.