Archivio mensile:ottobre 2022

perfezione o Perfezione?


Dedico questo articolo a te, amante della perfezione, che cerchi di nascondere o più radicalmente combattere ogni tuo difetto, e di riflesso lo dedico primariamente a me, che proietto all’esterno le mie dinamiche interiori, riprendendo concetti già espressi in un articolo precedente per declinarli sotto nuova luce.

La mia idea di perfezione è ben rappresentata da un campo appena arato (a proposito di uscire dal solco), mentre l’imperfezione è lo stesso campo invaso da erbacce infestanti.

Dopo aver visionato un illuminante video sulla permacoltura, ho compreso che quelle che pensavo fossero erbe dannose in realtà altro non sono che la sana reazione del terreno volta a ripristinare gli equilibri perduti.

Arare un terreno, scavando via lo strato erboso superficiale, è un po’ come togliere uno strato di pelle ad un essere vivente. Che succede quando si produce un’escoriazione? L’intelligenza dell’organismo si attiva per ripristinare la protezione perduta, al fine di evitare pericolose infezioni.

La funzione delle cosiddette erbe infestanti è proprio quella: creare uno stato protettivo che permetta ai microorganismi del terreno (al corpo di Gaia) di sopravvivere. Quella che io pensavo fosse un’imperfezione faceva invece parte di una Perfezione di ordine superiore, il primo passo per portare a un’evoluzione progressiva che vede il bosco come punto di arrivo: nessuna erba infestante, il terreno ricoperto da uno spesso strado di humus, alberi rigogliosi che proteggono il suolo così come un villoso strato di pelle abbronzata protegge dalle scottature. Ti è mai capitato, camminando nel bosco, di sentirti come una pulce sul corpo di un cane gigantesco?

Questo ragionamento mi porta diretto alle mie, di imperfezioni: sono forse il tentativo della mia intelligenza organismica di ripristinare equilibri perduti? Qual è il loro significato profondo, l’Ordine superiore sotteso ad un apparente disordine? Combattere i miei difetti (o più propriamente gli aspetti di me che reputo tali) non finirà con l’esacerbare la situazione?

Se parto dal presupposto che sono la versione migliore di me, date le circostanze ambientali a cui mi sono dovuto adeguare, il concetto di difetto si snatura completamente.

La domanda diventa dunque: qual è il bisogno profondo a cui ciò che chiamo imperfezione sta rispondendo alla perfezione?

Attenzione, energia… counseling


Voglio ora sottoporti una mia congettura rigorosamente ascientifica, in voluta controtendenza perché mai come in questo periodo lo slogan ‘io credo nella scienza’ è diventato virale, frase palesemente contraddittoria visto che il metodo scientifico presuppone di non credere ad alcunché e sottoporre tutto a verifica sperimentale.

Io un tempo facevo parte di questi talebani idolatri, oggi invece credo nella fantasia: e la mia fantasia mi ha portato alla riflessione che ora ti sottopongo.

Partiamo da un crudele esperimento, ordinato da Federico II di Svevia nel medio evo, volto a determinare quale fosse il linguaggio naturale dell’essere umano. A tal fine venne isolato un gruppo di neonati da privare di ogni forma di interazione umana, al di fuori di ciò che era giudicato il minimo indispensabile per la loro sopravvivenza fisica. Le mie incontrollate associazioni mnemoniche mi portano al lockdown, ma questa è un’altra storia.

Ebbene, il tragico esito di questo esperimento fu la morte di tutti i neonati!

Questo significa che oltre al sostentamento puramente materiale (cibo, acqua, aria) l’essere umano si nutre anche di altro, che mi piace individuare nell’attenzione umana.

Ho peraltro letto un interessante articolo nel quale si afferma che il nutrimento che traiamo dai cibi è costituito sia dai singoli elementi chimici che costituiscono l’alimento, sia dall’energia di legame che va a determinarne la forma, ossia da quella struttura in-forma-tiva che, a parità di costituenti, fa sì che una mela sia diversa da una pietra. Se vogliamo brutalizzare, possiamo riferirci ad essa come ai fotoni rimasti intrappolati nella mela, e all’informazione che ne codifica l’essenza.

Alla luce della mia congettura fantasiosa, a questi due costituenti se ne va ad aggiungere un terzo che, con riferimento all’esempio della mela, potremmo definire romanticamente come l’amore del contadino, e che più prosaicamente altro non è che l’attenzione da lui impiegata nella coltivazione del frutteto.

Per questo sono convinto che un cibo cucinato con amore (leggasi con attenzione) sia migliore di un cibo industriale; per questo le verdure del mio orto sono più saporite (per me) di quelle comprate dal fruttivendolo, che a loro volta sono migliori di quelle del supermercato.

Per questo un’attività svolta in uno stato di presenza, ossia ponendo attenzione al compito specifico ed evitando che la mente divaghi, risulta di qualità superiore.

E tristemente aggiungo: per questo le moderne forme di tecnologia, come lo smarfon da cui probabilmente stai leggendo questo articolo, tentano di catturare la nostra attenzione quanto più possibile, col risultato di distogliere una preziosa forma di energia che potremmo invece dedicare a scopi ben più proficui.

E allora?!? Perché stai ancora leggendo!?! E va beh dai, ti perdono, e poi ho quasi finito!

Concludo osservando: per questo l’attività di counseling, grazie al suo ascolto attivo, è così nutriente per l’individuo, perché l’attenzione che viene dedicata è una forma preziosissima di energia, un’energia che è sempre più difficile da trovare nella moderna società delle avanzate tecnologie.