Archivio mensile:Maggio 2023

Chi ha bisogno del sostegno?


Questo articolo è dedicato a te, giovane studente in difficoltà sui banchi di scuola, che sei stato etichettato con acronimi fantasiosi come DSA, o classificato come appartenente alla categoria dei discalculici, o dei disgrafici, o dei dislessici, o dei dispitagorici (quest’ultimo è per il momento di mio conio ma sono certo che prima o poi salterà fuori, o un suo equipollente).

Insomma, quale che sia la categoria esotica a cui appartieni, è stato deciso che il tuo processo di apprendimento necessita di una corsia dedicata, e, forse, a seconda del grado di eccentricità della tua divergenza, di un insegnante di sostegno.

Non so come ti senta in tale situazione, perché da studente primo della classe, sempre uscito a pieni voti da questo sistema scolastico, non ho grossi elementi di valutazione; eppure anche io ho meritato la mia etichetta, nella fattispecie ‘secchione’, e in quanto tale stavo un po’ sulle palle a tutti e mi sono sempre sentito diverso dagli altri.

In ogni caso, voglio ora proporti una chiave di lettura alternativa: l’insegnante di sostegno, o qualsiasi altro tipo di strumento compensativo, non serve a sostenere te, ma il suo collega, cosiddetto ‘di ruolo’, che è incapace di gestire la diversità che caratterizza qualsiasi mente umana, non solo la tua.

E non per sua mancanza, bada bene; alla peggio può essere considerato connivente di un sistema scolastico che tende all’omologazione e alla standardizzazione, e proprio qui risiede il problema.

L’insegnante di sostegno ha l’arduo e ingrato compito di sopperire all’inadeguatezza di una offerta formativa che, invece di lasciar emergere le potenzialità di ciascun individuo, tende all’appiattimento e all’inquadramento all’interno di rigidi programmi di studio.

Forse per mera comodità, ma preferisco non approfondire troppo i retroscena, la scuola mira a produrre tanti bravi soldatini che eseguono ligi il compito assegnato, e io sono un esemplare uscito alla perfezione da questo tritacarne di pilkfloydiana memoria.

Che vantaggi ho avuto? Uno sicuramente, e non è di poco conto, per una psiche fragile: sentirmi adeguato alle aspettative del mondo.

Ma una volta compreso che questo stato dei fatti giova più agli altri che a me, una volta interiorizzata l’idea che compiacere il mondo risponde ad una strategia manipolatoria volta a trattare gli individui come vacche da latte, allora i vantaggi dell’essere un bravo soldatino vengono improvvisamente meno: i soldati sono utili solo per fare le guerre, e su questo fronte non ho bisogno di prove scientifiche per dimostrare l’esistenza dell’acqua calda.

Quindi, caro studente, il sunto del messaggio è questo: non sei tu ad essere inadeguato, ma sono loro, e anche se sono in molti questo non significa che abbiano ragione; lascia che pensino di te ciò che più preferiscono, gli orizzonti mentali limitati non si possono ampliare dall’esterno; ma non lasciarti convincere, non lasciare che l’opinione che hanno di te diventi anche la tua.

Lo so, è difficile. Ma provaci, abbi fiducia in te, datti una possibilità.