Primo piano e sfondo


Ecco un altro simpatico esercizio per uscire dal solco. Abbiamo visto in un articolo precedente come la nostra visione dualistica della realtà sia fuorviante, visto che quest’ultima è un tutt’uno inscindibile la cui comprensione richiede che si parta da una visione olistica e non da una suddivisione in parti.

Uno dei tanti criteri con cui siamo avvezzi ad applicare divisioni arbitrarie è quello di distinguere fra primo piano e sfondo: ciò appare intuitivo quando si parla di una fotografia o di un quadro, ma il concetto può essere esteso per andare ad abbracciare le situazioni più variegate: in un film, il protagonista fa parte del primo piano, le comparse dello sfondo; in un concerto, il cantante fa parte del primo piano, la band dello sfondo; ad una festa di teenager, il bel ragazzo fa parte del primo piano, i brufolosi dello sfondo; alla presentazione aziendale di un nuovo prodotto, il capo progetto fa parte del primo piano, i membri del team dello sfondo.

Voglio ora proporti una visione alternativa (si badi, non quella giusta, si tratta semplicemente di un cambio di prospettiva) per ribaltare la situazione: sforzati, quando interpreti il mondo che ti circonda, di invertire i ruoli; il primo piano diventa sfondo e viceversa. Questo non ti darà ovviamente una visione migliore, né più veritiera; ma la sensazione surreale che tutto questo produrrà ti avvicinerà maggiormente ad una percezione di insieme, meno polarizzata, più ricca.

Le occasioni in cui applicarti non mancheranno sicuramente, ma voglio fornirti un punto di partenza; primo piano e sfondo si ritrovano anche in musica, ad esempio in una canzone sono rappresentati dalla melodia e dall’arrangiamento. Ascolta il seguente giro di chitarra, estratto da una canzone, che ti ripropongo ripetuto per un certo periodo di tempo affinché tu lo possa interiorizzare:

Adesso ascolta la canzone completa, ma sforzati di non concentrare l’attenzione sulla melodia cantata, come normalmente accade; continua invece a seguire mentalmente solo il giro di accordi iniziale; a mano a mano che entrano gli altri strumenti ti renderai conto di quanto sia difficile non “perderlo d’udito” e ad un certo punto, col ritornello, avrai la sensazione di averlo smarrito, per poi ritrovarlo quando, terminato il primo ciclo della canzone, gli altri strumenti si placheranno e tornerà a galleggiare la chitarra.

Sebbene ad un ascolto superficiale potesse sembrare che la chitarra fosse presente solo nella fase iniziale del brano, eseguendo questo esercizio ti sarai reso conto che invece non cessa mai di suonare, è sempre presente e contribuisce a dare quel senso di completezza al pezzo, assieme ad altri strumenti che vanno a formare quello che chiamiamo normalmente arrangiamento; senza di questo, la sola melodia ci sembrerebbe incompleta, insoddisfacente.

L’arrangiamento aiuta la melodia a scalare la vetta della classifica, ma poi noi ci ricordiamo solo di quest’ultima. Non è sicuramente una percezione onesta della realtà, e non vale solo in musica…

Riferimenti bibliografici:

Douglas R. Hofstadter – Gödel, Escher, Bach. Un’eterna ghirlanda brillante

6 pensieri su “Primo piano e sfondo

  1. ilariainterplanetaria

    Aggiungerei che in genere siamo abituati a vedere noi stessi, quello che facciamo e pensiamo, in primo piano e tutto il resto nello sfondo,insieme ai brufolosi. Applicare anche a questo aspetto la tua teoria e’ un bell’esercizio.

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  2. musainquietante

    credo che tutta la cultura occidentale sia molto antropocentrica. Nella maggior parte dei casi noi uomini siamo in primo piano e tutto il resto del mondo, flora fauna ecc, è da sfondo ed è a noi funzionale. Nelle filosofie estremo orientali come il Taoismo invece non è così, l’uomo e parte di un tutto molto più grande di lui, e l’unico modo che ha per vivere bene è trovare l’armonia con il resto dell’universo, con le piante, gli animali, il mare, la terra, il cielo… Niente è funzionale a qualcos’altro perché solo il perfetto equilibrio può regalare una vita appagante. Credo che dovremmo un po’ ridimensionare il nostro ruolo da protagonisti per rendere la nostra vita un’opera maggiormente “corale”….

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    1. Marco Perasso Autore articolo

      Credo che in questo si debbano seguire gli orientali, se si vuole capire meglio il mondo in cui viviamo. Quando richiamo il concetto di olismo nei miei articoli intendo proprio questo: la suddivisione in fazioni (primo piano e sfondo, bello e brutto, io e gli altri) è una comoda approssimazione che può pragmaticamente tornare utile nella vita quotidiana, ma non dobbiamo dimenticare che di questo si tratta, di un espediente; il mondo in realtà non è fatto così, convincersi del contrario sarebbe un po’ come credere di fare un’escursione in montagna camminando sopra una mappa del Trentino.

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