Archivi tag: recitazione

La recita della propria vita – parte seconda


Nel precedente articolo ho raccontato delle esperienze avute col corso di recitazione: devi sapere che poi ho messo in pratica quanto imparato andando in scena in una commedia tenuta dalla compagnia teatrale locale; si è trattato di una parodia della congiura dei Fieschi ed a me è toccato il ruolo di Gianluigi Fieschi. Non so se conosci la vicenda, ma questo signore è stato protagonista di un tentativo di soverchiare la famiglia Doria per prendere il potere sulla città di Genova.

Non so giudicare quanto sia andato bene nella parte assegnatami, sta di fatto che mi sono divertito un sacco, messe da parte le tensioni fisiologiche dovute al mostrarsi in pubblico.

Ora mi domando: se sul palco non fossi stato consapevole che si trattava di una recita, ma fossi entrato così bene nella parte da credermi davvero Gianluigi, mi sarei divertito allo stesso modo? Non sarei stato invece preda delle emozioni negative che bene o male ho dovuto simulare sul palco (rabbia, frustrazione, nervosismo, incazzatura)?

La domanda è ovviamente retorica, ma mi è di aiuto per per ribaltare la faccenda: se diventassi consapevole che quella che credo essere la vita reale è invece una recita, non vivrei in modo più sereno, spensierato, giocoso (è a proposito interessante notare come in svariate lingue la parola che traduce giocare e recitare sia la stessa, ad esempio play per l’inglese)? Non avrei forse meno preoccupazioni? Non riuscirei a gestire i miei problemi in modo più distaccato?

dimmi che sto recitando bene

Ebbene, più passa il tempo, più mi convinco che siamo su questa terra proprio per recitare la nostra parte in questo immenso palcoscenico cosmico; me ne sto convincendo a livello razionale, ma non lo sento ancora con la pancia, non l’ho ancora interiorizzato.

Il giorno in cui questo accadrà, sarò finalmente padrone della mia vita.

Tu che ne pensi?

La recita della propria vita


Ieri sera ho concluso un corso di recitazione tenuto dal bravissimo Mauro Pirovano, ineccepibile professionista ma soprattutto persona umanamente squisita e dalla sensibilità fuori dall’ordinario.

E’ stata un’esperienza che mi ha arricchito enormemente, ma voglio qui parlare di quello che a mio avviso è stato per me il principale valore aggiunto del corso.

In queste serate Mauro ci ha ripetuto più volte che, per essere naturali quando si recita una parte, occorre cercare di vivere realmente la situazione che si sta portando in scena; il suo consiglio ricorrente è stato: visualizza la scena, perché al pubblico trasmetti l’immagine che stai creando nella tua mente; pensa a come ti sentiresti realmente se fossi in quel frangente, se vuoi essere credibile.

Tutti noi partecipanti ci siamo impegnati in questo ottenendo discreti risultati: a sua detta eravamo molto naturali, in particolare nelle scene improvvisate. Lo penso immodestamente anche io, ma altrettanto immodestamente aggiungo: perfino troppo.

Intendo dire che, almeno per quanto mi riguarda, sfruttando l’alibi della recitazione davo libero sfogo alle mie emozioni, pur se artificialmente costruite, lasciando che fluissero prive di inibizioni e descrivessero fedelmente come sarei stato qualora mi fossi trovato nella situazione portata in scena.

La differenza fondamentale è che nella finzione di queste serate di corso mi sono sentito libero di mostrarmi in pubblico, mentre se il fatto fosse accaduto realmente questo non sarebbe successo: avrei mascherato ciò che provavo per paura di mettermi a nudo di fronte al prossimo, paura che invece non aveva ragione di essere nel momento in cui sapevo trattarsi di palese simulazione.

Capisci cosa voglio dire? Pur nella finzione della recitazione, mi sono mostrato molto più genuinamente al prossimo di quanto lo faccia solitamente nella realtà! Il corso mi ha fatto capire di avere paradossalmente recitato molto più nella vita reale che non su quel temporaneo palcoscenico. Nella vita reale sono finto, sul palcoscenico ero vero!

teatro

Questa considerazione mi ha aperto un mondo: dove sta la realtà, e dove sta la finzione? Chi sono veramente io dunque? Quanto conosce di me – il vero me – chi mi circonda?

La triste verità è che la maggior parte della mia vita è una recita, perché ho troppa paura di scoprire le carte col prossimo; dovevo iniziare un’attività di recitazione, per comprendere che interpreto da sempre un ruolo che non è mio, ma tarato su quelle che giudico essere le aspettative altrui nei miei confronti.

Paradossale, cervellotico, illusorio ma tremendamente reale!

E tu? Come sei messo tu?