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La normalità è eccezionale


Il bisogno di essere accettati dagli altri ci spinge ad adeguarci a modelli di riferimento, come la proverbiale famiglia del Mulino Bianco, che incarnino un’ideale di normalità.

Il termine ‘norma’ in statistica è sinonimo di ‘moda’, ossia il carattere che si presenta con maggior frequenza in una popolazione; da questo punto di vista, essere normale significherebbe uniformarsi alla maggioranza, il che mi sembra piuttosto calzante.

Mi pare d’altra parte altrettanto calzante supporre che la normalità sia rappresentata dal valore medio: sostenere che essere normale significhi stare nella media è piuttosto ragionevole, no? Talvolta potrebbe essere un criterio maggiormente applicabile, se la moda non esiste.

Allora, per gioco, ipotizzo di appartenere ad una piccola comunità, e che tutte le mie caratteristiche siano condensabili in un solo numero (essere un numero, nella moderna società, non è poi così distante dalla realtà): io valgo 2, poi c’è il mio vicino che vale 10, sua moglie 11, il fruttivendolo 8, il calzolaio 9. Siamo tutti qui. Come vedi non c’è una moda statistica, perché ogni valore è presente una sola volta; però esiste un valore medio, il valore che racchiude la normalità: 8.

Io sono piuttosto disadattato, non mi sento affatto normale: tutti gli altri, invece, sono abbastanza vicini all’ideale, rappresentato dall’idolo della popolazione, il mitico fruttivendolo che vale 8.

La tendenza di ciascuno (fruttivendolo a parte, che è l’influencer del paese) è quella di avvicinarsi alla normalità, per sentirsi degno membro della comunità: io faccio una fatica enorme ad adeguare il mio valore, così diverso dagli altri, alla media.

Ma poi mi domando: se io non ci fossi, quale sarebbe questo valore? Beh, facendo un rapido calcolo, giungo alla conclusione che se non esistessi il fruttivendolo cesserebbe di essere perfettamente normale, perché la nuova media si attesterebbe sul valore di 9,5. Anzi, a quel quel punto, non esisterebbe più nessuno perfettamente normale.

Ma il nocciolo della questione è un altro: il mio valore così anormale, 2, dava il proprio contributo nella determinazione della normalità! E se io avessi cercato di avvicinarmi ad essa, sforzandomi di non essere me stesso e diventando ad esempio 6, ecco che questa si sarebbe modificata in 8,8, come per sfuggire al mio inseguimento.

Considerato da questo punto di vista, il concetto di normalità è piuttosto fumoso: nella maggior parte dei casi, infatti, il valore medio è un numero teorico che non corrisponde ad alcun elemento della popolazione, pur essendo influenzato da ciascuno di questi.

Essere nella norma, in questo senso, è l’eccezione, non la regola, come d’altronde diceva il buon Dalla nella sua divertente canzone:

Ma l’impresa eccezionale, dammi retta
È essere normale
Quindi, normalmente
Sono uscito dopo una settimana
Non era tanto freddo, e normalmente
Ho incontrato una puttana

E allora… perché mai dovrei sforzarmi di essere ciò che non sono? Posso dare il mio contributo anche da anormale… anzi… soprattutto da anormale!