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Trascendere


Immagina di essere il macchinista di un treno che si muove lungo binari che si chiudono in circolo su loro stessi: puoi spostarti in avanti o indietro, ma comunque vada alla fine ti ritroverai sempre al punto di partenza; se il binario è sufficientemente lungo l’illusione di non essere prigioniero di un circuito potrà anche durare parecchio, ma prima o poi il sentore che qualcosa non va si fa avanti, il disagio inizia ad emergere.

Eppure apparentemente non c’è scampo: si può andare solo avanti o indietro, mentre destra e sinistra sono spostamenti preclusi.

La frustrazione di incontrare in continuazione luoghi già visti diventa insopportabile e ad un certo punto ti porta ad avere un’intuizione: finché resti sul treno non c’è verso di cambiare le cose, ma nulla ti impedisce di scendere, anzi di tra…scendere.

Ed è così che trascendi i binari della tua vita e li vedi finalmente dall’esterno: era davvero un circuito chiuso, adesso che non sei più dentro al treno è molto evidente.

Hai così aggiunto una nuova dimensione, non sei più su una linea, ma su una superficie; adesso puoi muoverti a bordo del tuo fuoristrada anfibio avanti, indietro, a destra, a sinistra, e in tutte le possibili combinazioni in queste due dimensioni.

Ma non finisce qui, perché alla fine la sensazione di déjà vu si rifà viva; per quanto esplori in lungo e in largo il territorio ti ritrovi sempre in posti in cui sei già stato!

Ci risiamo, intuisci che devi essere ancora prigioniero di sbarre che non stai vedendo, e che puoi trascendere anche stavolta, aggiungendo un’altra dimensione.

Sali su un elicottero, ti alzi in volo e capisci che eri sulla superficie di una sfera, con un grado di libertà in più rispetto a quando eri sul treno, ma sempre prigioniero: solo ora che hai questa nuova visuale dall’alto lo comprendi, adesso puoi spostarti avanti, indietro, a destra, a sinistra, in alto, in basso.

È già accaduto due volte, perché escludere una terza? Fino a qui il tuo cervello animale ti ha aiutato nella comprensione, ma trascendere ulteriormente diventa difficile da visualizzare: d’altronde lo era anche quando eri sul treno, o sul tuo mezzo anfibio; si tratta solo di attendere la giusta intuizione per comprendere che, pur nella vastità degli spostamenti che puoi compiere, resti ancora prigioniero, e che prima o poi dovrai trascendere nuovamente, in un gioco di espansione della coscienza che forse non avrà mai fine.