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Liberi di, o liberi da?


Ultimamente mi sento sempre meno libero di fare: entrare in un ristorante, in un cinema, in un museo, salire su un mezzo pubblico.

Non volendo cedere a ricatti me ne sono fatto una ragione: ho imparato a stare senza, o a trovare alternative. Il risultato, dopo una fase iniziale di frustrazione, è per me sorprendente: continuo a non essere libero di, ma sono diventato libero da, perché ho isolato tutta una serie di falsi bisogni!

Sono libero dal bisogno di andare al cinema, al ristorante, e grazie alla mia bici sono anche libero dal bisogno di usare un mezzo pubblico. Ho detto grazie alla mia bici, non alla mia auto: sto diventando sempre più libero anche dal bisogno di fare il pieno di benzina.

Ho imparato a fare a meno di abitudini che un tempo giudicavo imprescindibili e questo in definitiva mi ha affrancato! La frustrazione che mi coglie a seguito di ogni privazione è proprio il termometro della mia mancanza di libertà: se non fossi dipendente non proverei alcuna emozione negativa.

La vita è davvero una burlona: il tentativo di togliermi libertà esteriormente si è tradotto in un aumento della mia libertà interiore!

Certo, il punto di sublimazione della libertà interiore è arrivare a fare a meno del corpo fisico, e non escludo che la follia dilagante arrivi a tentare di togliermi pure questo, direttamente o indirettamente. Ammetto di non essere ancora preparato, il pensiero mi terrorizza… ma se serve inizio a lavorarci fin da subito.

Che senso ha vivere per alimentare le pile di Matrix?