Ci capita spesso di interrogarci sul perché esistano le malattie, la violenza, la fame, le calamità naturali; tutti noi auspichiamo di vivere in un mondo in cui il bene trionfi finalmente sul male, ed ogni ingiustizia sparisca.
Ti propongo allora uno sforzo di fantasia: come sarebbe questo ipotetico mondo? Provo a mettermi in gioco e a farlo per te; beh, intanto dobbiamo metterci d’accordo su cos’è bene e cos’è male: direi che il raffreddore è male. Anche la carie è male. Il cibo è bene, e anche il sesso. No, un momento, precisiamo: con Monica Bellucci sicuramente, ma con la tua vicina di casa, non proprio piacente, direi che è male (l’esempio è confezionato per un soggetto eterosessuale di sesso maschile: ovviamente ti prego di adattarlo opportunamente al tuo caso).
Come dici? La tua vicina ha da anni un debole per te? Quindi per lei sarebbe invece bene… eh ma qui entriamo in contraddizione: come può una cosa che per te è male per qualcun altro essere bene? Ora che ci penso, però, ci sono parecchi di questi casi: se mangio tutta la torta in frigo per me è sicuramente bene, ma per mia moglie è male… forse presto lo sarà anche per me, per via del mal di pancia…
Ah, ma sono caduto in un grossolano errore! Ovvio che nel mondo di cui stiamo parlando ci sono torte per tutti, ne posso mangiare senza controindicazioni e la vicina può consolarsi con qualcuno che è molto meglio di te (scusa se ti sminuisco, mi serve solo per l’esempio) che fra l’altro ha gusti stravaganti e quindi è a sua volta parecchio contento.
In questo modo riusciamo ad appianare tutte le contraddizioni? Ho seri dubbi. Ci sono casi in cui una situazione di malessere è necessaria a produrre benessere, e viceversa il benessere conduce a situazioni dolorose; magari tu riesci a immaginarti un mondo in cui questo non accade, ma io non riesco proprio a figurarmelo. Estremizziamo: se non esistesse più la morte, non potrebbe nemmeno esistere la gioia per la nascita di un figlio; se nessuno muore più e continuano a nascere persone, dove le mettiamo? Quanto meno dovrei affrontare il disagio di cambiar casa, che per me è male perché sono affezionato al posto in cui vivo.
Detto in altri termini: male e bene sono due facce della stessa medaglia, uno non può esistere senza l’altro: il piatto di pastasciutta mi dà piacere perché pone fine ad una situazione di fame. Il sonno è piacevole perché sono stanco. La commedia al cinema è divertente perché sono annoiato. Il camino acceso è gradevole perché fuori fa freddo.
Quindi un mondo in cui il male non esiste non sta in piedi dal punto di vista logico: possiamo ovviamente decidere di andare avanti ragionando senza logica, ma allora è inutile condividere un territorio di discussione comune, anzi è inutile perfino comunicare. E allora, la vita è un immenso gioco a somma zero, nel quale ad ogni vincita corrisponde una perdita: è la ragioneria che trionfa, DARE uguale AVERE, nulla si crea e nulla si distrugge!
Gli orientali tendono a cadere meno facilmente nell’errore, ragionando in modo molto più olistico rispetto a noi occidentali: nella loro cultura predomina il concetto di yin e yang, ossia gli opposti che si compenetrano, il nero che sfuma nel bianco, il positivo che convive col negativo: tutto è uno, le divisioni esistono solo nella nostra mente. Molti koan Zen (piccoli motti o frasi che racchiudono verità profonde) usano proprio la contraddizione per stimolare il pensiero: non uno o l’altro, ma uno e l’altro.
Credo che abbiano regione loro.
Allargando questo ragionamento si viene a mettere in discussione anche la nostra logica, basata sui due valori mutuamente esclusivi di vero e falso: forse va rivista? Beh, per ora fermiamoci qui, ne parleremo in uno dei prossimi articoli.