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A cosa stai pensando?


L’Algoritmo premia la determinazione di chi pubblica con costanza.

E’ così che funziona, è così che si fa: se voglio trovare nuovi clienti, devo dedicarmi assiduamente all’osservanza delle regole dell’Algoritmo, pubblicando nel social anche le mie incursioni liberatorie sul cesso, o valutando perlomeno l’opportunità di farlo.

Insomma, ogni mio gesto potrebbe valer la pena di diventare social, forse che sì, forse che no… in ogni caso questo pensiero valutante entra con invadenza in ogni attimo della mia vita, H24.

Praticamente sarei passato dall’asservirmi alle paturnie ciclo mestruali aperiodiche di un capo ufficio emotivamente instabile a quelle di un Algoritmo che non è neppure umano e della cui imparzialità dubito fortemente?

MAVAFFANCULOVA!

Mi dedico assiduamente al mio orto che ne guadagno in salute.

Democrazia e roulette


La roulette è un gioco sbilanciato a favore del banco, a causa dello zero: se esce quello, tu perdi a prescindere che abbia puntato sul nero o sul rosso e, alla lunga, la statistica fa sì che i capitali si ammassino nelle tasche del biscazziere.

Per questo evito di giocare: il gioco è truccato, e il trucco è talmente palese da passare inosservato.

Lo stesso vale per la democrazia di questo benedetto, assurdo bel paese (cit.).

Non serve che mi arrovelli per decidere se votare destra o sinistra, tanto chi va al potere verrà deciso in tutt’altra sede, stanze dei bottoni che vanno ben oltre quel teatrino della politica che ci viene mostrato come specchietto per le allodole.

Finora mi sono sempre fatto obbligo di andare alle urne, perché per ottenere quel diritto sono morte migliaia di persone.

Adesso ho capito che sono morte inutilmente: quel diritto è fasullo, è solo un modo per far credere al popolo di avere voce in capitolo. Andare a votare non fa che sancire la validità di quelle regole, come a dire: continuate pure così, che io sto al gioco.

Ebbene, io non gioco più. Non legittimerò col mio comportamento questa colossale presa per il culo, non mi vedrete più alle urne. Nemmeno per darvi la mia scheda bianca di protesta, o con una fetta di prosciutto nel mezzo e la scritta ‘mangiatevi pure questa’, perché sarebbe comunque una mia ratifica di questo sporco gioco.

Se dittatura dev’esserci, almeno che sia palese.

Liberi di, o liberi da?


Ultimamente mi sento sempre meno libero di fare: entrare in un ristorante, in un cinema, in un museo, salire su un mezzo pubblico.

Non volendo cedere a ricatti me ne sono fatto una ragione: ho imparato a stare senza, o a trovare alternative. Il risultato, dopo una fase iniziale di frustrazione, è per me sorprendente: continuo a non essere libero di, ma sono diventato libero da, perché ho isolato tutta una serie di falsi bisogni!

Sono libero dal bisogno di andare al cinema, al ristorante, e grazie alla mia bici sono anche libero dal bisogno di usare un mezzo pubblico. Ho detto grazie alla mia bici, non alla mia auto: sto diventando sempre più libero anche dal bisogno di fare il pieno di benzina.

Ho imparato a fare a meno di abitudini che un tempo giudicavo imprescindibili e questo in definitiva mi ha affrancato! La frustrazione che mi coglie a seguito di ogni privazione è proprio il termometro della mia mancanza di libertà: se non fossi dipendente non proverei alcuna emozione negativa.

La vita è davvero una burlona: il tentativo di togliermi libertà esteriormente si è tradotto in un aumento della mia libertà interiore!

Certo, il punto di sublimazione della libertà interiore è arrivare a fare a meno del corpo fisico, e non escludo che la follia dilagante arrivi a tentare di togliermi pure questo, direttamente o indirettamente. Ammetto di non essere ancora preparato, il pensiero mi terrorizza… ma se serve inizio a lavorarci fin da subito.

Che senso ha vivere per alimentare le pile di Matrix?

Penitenziagite


Nel medioevo le masse venivano pilotate facendo leva sulla paura del Diavolo e dell’inferno. La Chiesa ha prosperato per centinaia di anni grazie a questo strumento.

Poi ci siamo evoluti, e la religione ha perso il suo ascendente sulla coscienza popolare.

La scienza e il progresso hanno spazzato via antiche forme di superstizione.

Ma la necessità di manovrare le masse è rimasta.

E come ogni liberatore che non tarda a diventare il nuovo despota, la scienza ha preso il posto della religione.

Adesso impera lo scientismo.

Il nuovo Demonio è la malattia. Il nuovo Sacramento è la medicina.

Muta la forma, ma non la sostanza.

La vera liberazione può avvenire solo dall’interno di ciascuno di noi.