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Accanimento profilattico


Questo articolo è diretto a Te e a ciò che in Te detesto, perché sono profondamente incazzato.

No, caro lettore, non fraintendere, non sto parlando di te. L’articolo è diretto a Te, ossia quella parte di me che vedo riflessa nei tuoi atteggiamenti. Nulla di personale, dunque, non te la prendere per ciò che dirò, e perdona il cacofonico gioco di parole.

Ma veniamo al dunque: devi sapere che non sono mai andato alla scuola materna. Non ci sono andato perché ero troppo piccolo e indifeso, a giudizio di mia madre. Potevo ammalarmi, potevo correre chissà quali rischi. E così sono rimasto fino all’età di sei anni ben protetto dai pericoli che incombevano là fuori, al caldo delle piume di una chioccia affettuosa.

Il mio corpo, il mio cuore e la mia mente non hanno avuto modo di sperimentare un graduale avvicinamento al mondo; ci sono piombato dentro brutalmente quando è iniziata la prima elementare: ero terrorizzato da tutti quei bambini vocianti, tutti come me eppure così diversi da me. Mai visti così tanti tutti assieme; chissà dove si nascondeva il pericolo che tanto spaventava mamma? Non riuscivo a vederlo, ma sapevo che doveva esserci da qualche parte.

Ed ecco che ho iniziato ad ammalarmi; una tonsillite dietro l’altra, ero più a casa che in classe. Mamma aveva dunque ragione? Non avevo gli anticorpi. Il mio corpo fisico non era in grado di difendersi, e nemmeno il mio corpo emotivo: non sapevo come gestire le invadenze dei bambini che ce l’avevano con me: ho vissuto momenti di vera angoscia. Alla fine del primo anno di scuola le mie tonsille devastate sono state asportate, fascicolo archiviato. Piano piano gli anticorpi si sono rafforzati e la mia vita sociale ha preso una direzione apparentemente normale. Ma i danni dentro erano rimasti.

La situazione in cui mi trovo oggi mi riporta ad allora, e ti assicuro che non mi piace per niente. Perché vedi, ti concedo il beneficio del dubbio, così come l’ho concesso a mia madre: probabilmente tutto questo lo stai facendo per me, e non per proteggerti dalle tue inadeguatezze.

Ma in un’angolo della mia mente si annida l’idea sempre più insistente che mia madre volesse in realtà solo salvare se stessa, nell’ingenuo tentativo di nascondere la sua incapacità di gestire i problemi causati dal mio contatto col mondo. E pure tu hai paura di questo, vero? Perché la struttura sanitaria di cui sei dotato è ridotta ai minimi termini, e se mi ammalo non sai che pesci prendere: passi per la mia salute, ma le tue mancanze è bene che rimangano nascoste.

Ma non mi trattare come un bambino, io lo so che prima o poi gli anticorpi li dovrò fare. Asintomatico o meno, prima o poi col Covid-19 dovrò fare i conti. E non mi prospettare il palliativo del vaccino, perché io non voglio vivere così. Non voglio una vita passata a nascondermi, perché dopo il Covid-19 arriverà il Covid-20, il Covid-64, l’Amiga, credi che non sappia che funziona così? Ormai sono cresciuto.

Gli anticorpi li voglio fare con le mie forze, vada come vada, non voglio vivere sotto le tue piume di chioccia ossessiva. Il vaccino tienilo per te e per i tuoi interessi economici e non.

Pertanto voglio che tu sappia ciò di cui sono consapevole: tenermi ancora sotto sequestro mi farà del male. Perché sposterà solo nel tempo il giorno della resa dei conti, e perché nel frattempo causerà altri danni collaterali che tu nemmeno immagini. O forse sì, e questa idea mi inquieta non poco.

E allora, questo è quello che ti dico. Mi ascolti bene? Sto parlando al fascista che è in te. E non cadere dalle nuvole, perché lo so che esiste, non importa che tu sia oppressore o ubbidiente oppresso; nel secondo caso ha solo un bel segno ‘meno’ davanti, ma sempre di fascismo si tratta, e forse della peggior specie in quanto più nascosto e diffuso.

Parlo con te, dunque, e voglio che tu abbia chiaro questo: io non obbedirò più. E non ti affannare a mettere ronde o spie davanti a casa mia, perché non lo farò nel modo che ti aspetti. Io disobbedirò in un modo che non potrai vedere, disobbedirò rimanendo all’interno delle regole che tu hai fissato. Ma dentro di me, nei miei atteggiamenti, nei miei pensieri, nelle scelte lecite che ancora mi lasci, io disobbedirò. Disobbedirò esercitando diritto di voto in modo imprevedibile, disobbedirò nelle mie scelte di acquisto, disobbedirò non prestandomi a farti involontaria propaganda con puerili hashtag #iorestoacasa o #celafaremo, disobbedirò essendo da esempio per i giovani, disobbedirò smettendo di credere a ciò che dici. E tu non ci potrai fare niente.

Non mi puoi fare niente.