Quando il saggio indica la luna…


Un famoso proverbio – forse di origine cinese – recita:

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.

L’invito è quello di andare in profondità, non fermandosi alla superficie e all’apparenza dei fenomeni.

A me piace darne qui una chiave lettura diversa, portandola nel campo del counseling e dell’esperienza umana in generale: credo che siamo tutti stolti nel momento in cui ci ostiniamo a guardare fuori invece di guardare dentro di noi.

E’ mia ferma convinzione che ogni persona che incontriamo, ogni esperienza piacevole o dolorosa, ogni difficoltà che ci si para di fronte, siano tutte dita puntate verso di noi, con intento non accusatorio, ma indicativo.

Gli eventi della vita parlano della nostra personalità, ci offrono l’opportunità di conoscerci, di capire chi siamo. Ci invitano a portare l’attenzione su di noi, e noi che facciamo invece? Guardiamo il dito, l’evento esterno!

Grazie alla breve esperienza maturata nel corso dell’ultimo anno, conducendo un cerchio di condivisione nell’ambito della mia attività di counseling, mi sono accorto di quanto sia difficile non cedere alla tentazione di farsi trascinare ‘fuori’ dagli eventi della vita, portando in continuazione l’attenzione su questi, invece che sul nostro mondo interiore, le nostre modalità spesso reattive di rispondere agli stessi.

Posso per esempio continuare a ripetermi che soffro perché l’altro non si comporta come vorrei ma se, per amore di ipotesi, l’Universo stesse cercando di mostrarmi qualcosa attraverso di lui e io mi ostino a non volermi guardare, il fastidioso evento continuerà a ripetersi, magari in forma di volta in volta diversa ma identico nella sostanza, fintanto che non ho imparato.

Cosa si muove dentro di me in risposta al ciò che accada là fuori? Quali pensieri? Quali sensazioni? Quali i miei bisogni insoddisfatti? Riesco a vedere i miei schemi ripetitivi? Riesco a vedere emozioni parassite che provengono da chissà quale passato e si agganciano alla situazione contingente, sfruttandola per emergere?

Sovente pensiamo che il mondo vada cambiato, o che il cambiamento debba partire da noi.

Io mi sto viepiù convincendo che non occorra sforzarsi di cambiare alcunché, ma solo osservare. Nel posto giusto, con coraggio, anche se potrebbe non essere sempre una visione piacevole.

Una volta visto il necessario il cambiamento avverrà spontaneamente, perché lo show ha perso la sua ragion d’essere.

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