La spontaneità della patata


Ecco il raccolto di stamattina.

Cosa c’è di speciale? Che queste patate non le ho seminate.

O meglio, sono il frutto di tuberi di piccole dimensioni sfuggiti al raccolto dell’estate passata, rimasti silenziosi nella terra in calma attesa per tutto l’inverno, scampati ai famelici denti della moto zappa che li ha sparpagliati qua e là nel terreno, e infine spuntati a macchia di leopardo un po’ ovunque, piccole timide piantine che ho trapiantato con cura dedicando loro un’area dell’orto, fra zucche e fagioli.

La loro tenacia mi ha stupito e mi è di insegnamento.

L’anno prossimo voglio essere ancora qui, accada quel che accada!

Grazie.

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