Condensazione: la caduta dall’Eden


Ripubblico, perché lo sento quanto mai attuale.

Fuori dal solco

Le giornate sul pianeta Hydor duravano trenta delle nostre ore, mentre l’anno corrispondeva a ben cinquemila dei nostri.

L’atmosfera era un indistinto e caotico brulicare di molecole di acqua allo stato puro; i potenti raggi della stella Zoe garantivano energia in abbondanza per mantenere quella situazione di vaporosa confusione anche durante la notte.

L’asse di rotazione non era inclinato rispetto al piano di rivoluzione, pertanto il dì e la notte avevano sempre la stessa durata. L’orbita del pianeta era invece fortemente eccentrica, e per questo la sua distanza dalla propria stella variava enormemente nel tempo.

La frenesia caotica dell’atmosfera era solo apparente, perché le radiazioni elettromagnetiche erano tali da infondere alle molecole uno stato di elevata coerenza vibrazionale a livello quantistico; tale coerenza poteva a tutti gli effetti essere considerata il substrato connettivo della coscienza del pianeta, mentre le brulicanti molecole ne erano il supporto materiale, i singoli neuroni.

Hydor…

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