Che non vuol dire essere d’accordo a metà.
Non posso condividere le opinioni di chiunque, questo è un dato di fatto.
Eppure, anche quando mi trovo in disaccordo col punto di vista altrui, posso provare ad incontrare la persona con cui mi sto confrontando su un piano più profondo, ossia quello delle motivazioni che l’hanno condotta al suo modo di vedere il mondo.
In altri termini, se non concordo sulle conclusioni forse posso concordare sul metodo.
Le conclusioni dipendono dallo stato particolare in cui si trova la persona, che sarà inevitabilmente diverso dal mio per storia, esperienze, sensazioni, emozioni, caratteristiche psico-fisiche, ecc…
Il metodo, il ragionamento, si eleva invece su un piano diverso, e se mi prendo la briga di farlo mio, di comprenderlo, allora forse potrei concludere che anche io, nei panni altrui, sarei dello stesso avviso.
E se non concordo neppure col metodo… beh posso provare a salire ancora un gradino, analizzando il metodo che ha portato a quel metodo; ma qui entriamo nell’astratto e non sempre è possibile arrivare ad una comprensione di cosa questo significhi.
Il punto è che scendendo nel profondo ci si avvicina alle radici comuni dell’umanità, perché alla fine siamo tutti guidati dall’istinto di sopravvivenza, anche se ognuno sopravvive a modo suo.
Il che non significa rinunciare alle proprie idee, ma comprendere che chi ci sta attorno è un essere vivente, proprio come noi.