La verità si nasconde nelle pieghe della contraddizione.
I matematici sono terrorizzati dalle contraddizioni, i mistici orientali affascinati.
Dal punto di vista della logica, lo stato di verità di una contraddizione permette di dimostrare qualunque cosa.
Ad esempio, partiamo dalla verità dell’assunto contraddittorio:
A: Io sono Piero E io non sono Piero.
Da esso discende la verità dei due assunti più semplici:
B: Io sono Piero
C: Io non sono Piero
Possiamo usare l’assunto B in combinazione con uno arbitrario per crearne un terzo altrettanto vero:
D: Io sono Piero O io sono un canguro
Quindi: o sono Piero o sono un canguro; siccome per la verità di C io NON sono Piero, allora devo essere un canguro.
Ma seguendo questo ragionamento potrei anche essere una carriola, un ruscello, un grattacielo.
La mente viene destabilizzata dalla presenza di una contraddizione, ed è proprio per questo che i mistici orientali ne fanno largo uso, ad esempio nei koan Zen, enigmi assurdi, incoerenti e senza senso aventi lo scopo di scardinare il controllo razionalizzante del pensiero e favorire il processo di consapevolezza.
La contraddizione che produce un insieme vuoto, di conseguenza il nulla e, per complemento, il tutto.
La contraddizione come via per andare oltre il velo di maya.
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