All’inizio del mese di agosto 2020 ho voluto lasciarmi andare a un gioco: creare l’albero magico di Parangelia; mi piaceva l’idea di un albero speciale i cui frutti fossero libri, idee germogliate da semi di esperienza che potevano essere colte dal lettore direttamente là dove sono maturate.
Si è trattato anche di un esperimento sociale, un mettere alla prova la mia fiducia nel prossimo e, più in generale, nella vita: chiunque poteva cogliere il proprio libro e poi lasciarmi, come da istruzioni appese, il controvalore di copertina nella cassetta delle lettere.
Un esperimento dall’esito negativo, se valutato dal punto di vista della mente razionale e del puro calcolo economico; di quindici copie che ho appeso, tutte colte nel giro di due mesi e mezzo, solo due hanno ricevuto il corrispettivo monetario (per essere ragionieri precisi, una ha ricevuto un euro di meno, l’altra tre euro in più: dinamiche caratteristiche dei prezzi non tondi).
Dal punto di vista del cuore, invece, l’esperimento è più che riuscito: tutte le copie hanno trovato il proprio lettore (vista la ruvidità, appositamente voluta, della carta, dubito fortemente che ne siano stati fatti usi meno decorosi); e poiché si tratta di contenuti volti a stimolare la consapevolezza, forse molte copie hanno raggiunto coloro che più ne avevano bisogno, a giudicare dal comportamento tenuto (ma posso davvero permettermi di giudicare qualcuno? In realtà si tratta solo di uno sfogo illativo che mi concedo affettuosamente).
La mia fiducia nel mondo non è diminuita, anzi semmai è stata collocata in una prospettiva più ampia: non attendo un particolare ritorno dalle mie azioni, le mie capacità di comprensione non sono sufficienti per valutare ciò che mi spetta dall’Universo.
Le mie azioni sono metaforici semi piantati, che affido altrettanto metaforicamente al fiume della vita.
Ma c’è una curiosità che tengo a condividere: un giorno ho trovato, incastrata fra i rami dell’albero magico, la scatola da scarpe della foto, contenente un paio di eleganti taccodiecimisuratrentasette in ottimo stato, fatta eccezione per un laccetto rotto.
Quale sarà la storia della misteriosa lettrice? Quale il suo intento? Si è davvero trattato di una lettrice? Si è trattato di uno scherzo? Di un messaggio? Di un baratto?
Colto da una prima ventata di illusione ho errato in lungo e in largo per il mio regno in cerca del piedino che calzasse la scarpetta, invano. Va peraltro precisato che il mio regno non è molto vasto, dev’essersi trattato con ogni probabilità di una straniera.
Mi rimarrà forse per sempre la curiosità legata a questa storia, così come del resto quella sull’identità di ogni altro ignoto coglitore del frutto magico.
La vita à bella anche per le sue misteriose stravaganze, e se non avessi giocato non avrei avuto tante emozioni.
Grazie a me, grazie ai lettori fruttivori, grazie alla vita.