Adoro sentire il calore della stufa, in inverno, seduto su uno sgabello, con la schiena rivolta al vetro dello sportello, attraverso il quale irraggia l’avvolgente energia della fiamma danzante.
Adoro ancora di più la sensazione dei raggi del sole sulla pelle, in una frizzante giornata di gennaio, che mi portano a dimenticare la rigida temperatura circostante facendo vibrare all’unisono ogni cellula del mio corpo con le loro ondate di energia.
Come dice una nota canzone, il fuoco di un camino non è caldo come il sole del mattino.
Ma in questa personale classifica esiste una terza forma di calore che è di gran lunga la mia preferita: è quella che sento nascere dentro, durante un’uscita in bici o una corsa in una rigida giornata invernale, dopo la prima mezz’ora di riscaldamento.
Una sensazione di vitalità che spinge verso l’esterno, contrastando il freddo circostante che spinge verso l’interno, fino a raggiungere un perfetto equilibrio sulla superficie della mia pelle, come un palloncino gonfio che contrasta la pressione dell’acqua in cui è stato immerso.
è il mio calore. Questo sono io, e sono vivo.