Ti stai addentrando nel bosco incantato, una selva immensa ricca di ogni forma di vegetazione, solcata da una miriade di sentieri che si intrecciano, si biforcano e si ricongiungono in una ipnotica, statica danza.
Non sai dove portano tutte quelle tracce, ma quella che stai percorrendo è parecchio battuta e la conosci piuttosto bene. Attorno a te la boscaglia è fitta, un intrico di rovi e di ramaglie spezzate dalle intemperie.
Avanzi deciso, con passo svelto e sicuro.
Improvvisamente un fatto inatteso: due grossi alberi si sono abbattuti lungo la via rendendo impossibile il passaggio. Sono lì, di fronte a te, che ti sfidano irrispettosi: di qui non si passa.
Resti attonito, fermo a guardare l’ostacolo insormontabile. Senti le forze venir meno, quasi stessi per svenire: non conosci altro percorso che ti conduca là dove volevi arrivare.
Magari c’è, ma tu non lo sai.
Lo smarrimento inizia a pervadere ogni tua cellula, lo scoramento si fa strada; cosa farai adesso? Dove andrai?
Tornare indietro e imboccare un nuovo sentiero: non ci sono alternative. Questa soluzione non ti piace, non ti piace per nulla: sei attaccato all’idea di raggiungere il luogo rimasto al di là dell’inaspettata barriera, e fai fatica a metterla da parte.
Apparentemente non hai altre possibilità, eppure resti lì, testardo, come se da un momento all’altro potesse accadere qualcosa, una magia che possa riaprire la via.
E proprio quando stai per toccare il fondo, immerso nella disperazione più nera, ecco che la magia si manifesta: non nella forma che ti aspettavi, ma per fortuna riesci a riconoscerla e accogli il messaggio del Destino, facendolo tuo.
è un pensiero che emerge dal profondo: quel sentiero, tutti quei sentieri, non esistono da sempre: anni addietro la selva occupava ogni angolo del territorio.
L’hai dimenticato, ti sei semplicemente abituato alla loro esistenza. Ti sei abituato alla vita facile di chi trova la strada già segnata, ma un tempo qualcuno ha dovuto aprirsi un varco nel nulla.
Inizialmente un varco angusto, quasi invisibile all’occhio non allenato; poi in tanti hanno iniziato a percorrerlo e piano piano si è allargato, è divenuto più agevole, è diventato un sentiero battuto.
E molti altri, allo stesso modo, sono nati in seguito: il coraggio di chi ha saputo affrontare la boscaglia, allontanandosi dalla via conosciuta, ne ha create di nuovi.
Ecco, questa è la strada. Anzi, la non-strada. Addentrarsi nella boscaglia, lasciarsi ferire il volto dai rovi, sudare e spellarsi le mani nel tentativo di spezzare un ramo che intralcia il passaggio, lasciarsi sorprendere dall’apparizione di una radura inattesa.
Uscire dalla prigione del comodo sentiero e addentrarsi libero nel bosco senza più bisogno di arrivare da nessuna parte.