La centina e l’ego


Sai cos’è la centina? Si tratta di una struttura provvisoria utilizzata come sostegno in edilizia; ad esempio, per costruire un arco la si utilizza come supporto temporaneo per appoggiarvi i componenti (conci), e una volta raggiunta la cima e inserito l’ultimo (la chiave di volta), la struttura diventa autoportante, e la centina può essere rimossa.

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Credo che questo procedimento costituisca una metafora piuttosto calzante nella descrizione dello sviluppo dell’individuo: in questo parallelo la centina rappresenta quello che comunemente viene chiamato ego.

L’ego, in sintesi, è l’immagine di sé che ciascuno costruisce identificandosi (illusoriamente) con oggetti, situazioni, ruoli.

A partire da un certo anno di età il bimbo si stacca psicologicamente dalla mamma, cessa di sentirsi un tutt’uno con lei e inizia a costruire una propria individualità, che proietta magari su un giocattolo, un pupazzo, e successivamente su elementi più astratti quali comportamenti e ruoli sociali.

Da ragazzo diventa quindi un bravo studente, oppure un monello che ostenta il suo disdegnare i libri; da adulto diventa un laureato, un campione sportivo, un coniugeun genitore, un impiegato, un imprenditore, un boss della malavita; senza peraltro cessare di identificarsi col giocattolo di turno, che magari adesso è rappresentato da una fiammante auto sportiva o da un paio di scarpe.

Ciascun elemento di questo elenco rappresenta una manifestazione dell’individuo, ma nessuno di essi fa parte della sua vera identità

Eppure la mente deve passare attraverso questa fase di identificazione, altrimenti non ha modo di auto referenziarsi. Per quanto illusorio, l’ego non è inutile, e tanto meno dannoso: come la centina, è un supporto necessario per poter costruire il senso di sé.

Il punto cruciale, però, è che viene il momento in cui la centina deve essere rimossa, altrimenti l’arco è privo di utilità (immagini le capocciate?).

Noi invece non  lo facciamo: le testate che prendiamo sono molte, ma insistiamo.

Siamo estremamente riluttanti a lasciare andare le nostre identificazioni ed è comprensibile, perché ci sono state utili, e abbandonarle viene percepito come uccidere una parte di sé: ma arrivati ad un certo punto bisogna trovare il coraggio di andare oltre, ed avere fiducia che l’arco che abbiamo costruito possa stare in piedi da solo.

Pronti a costruirvi sopra nuove strutture, nuove centine che rimuoveremo prontamente quando non saranno più necessarie.

Per ogni tipo di viaggio è meglio avere un bagaglio leggero

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