Voglio ore condividere con te la conoscenza di una figura geometrica che ho scoperto da poco e che mi incuriosisce ed affascina al tempo stesso; il mio vuole essere uno spunto per stimolare eventuali approfondimenti.
Partiamo dal cerchio, per molte culture e tradizioni simbolo di perfezione, unità, infinito, assoluto, e suddividiamolo in nove parti uguali, numerandole come in figura.
Il numero 9 ha molte proprietà matematiche interessanti; ad esempio, prendiamo la sua tabellina: la somma di ogni cifra che la compone fa sempre 9
- 90: 9+0 = 9;
- 81: 8+1 = 9;
- 72: 7+2 = 9;
- ecc…
Le stesse cifre della tabellina riesci a disporle sulla figura tracciata sopra, partendo dal 9 e muovendoti nelle due direzioni lungo la circonferenza, a desta e sinistra:
Adesso prendiamo il numero 7. Esso ricopre ruoli importanti in molte culture; cito alcuni esempi:
- i 7 giorni della settimana;
- le 7 note musicali;
- i 7 chakra (centri energetici del corpo umano);
- i 7 sacramenti
- le 7 virtù (teologali + cardinali)
- i 7 peccati capitali
- il numero buddhista della completezza.
- i 7 nani di Biancaneve (ooops, scusa, sto banalizzando).
Fai una ricerca in rete e vedrai quanti altri significati riuscirai ad associare a questo numero. Bene, adesso vediamo che succede se dividiamo un intero in sette parti:
1 : 7 = 0,142857142857142857…
Come vedi abbiamo ottenuto un numero periodico, ossia la sua parte decimale è un infinito susseguirsi delle cifre 142857.
La cosa divertente dal punto di vista matematico è che se sommiamo fra loro queste ‘fette’ di intero, otteniamo altri numeri periodici la cui parte decimale contiene le stesse cifre (nello stesso ordine ma in posizioni differenti):
2 : 7 = 0,285714285714285714…
3 : 7 = 0,428571428571428571…
4 : 7 = 0,571428571428571428…
5 : 7 = 0,714285714285714285…
6 : 7 = 0,857142857142857142…
Adesso individua ogni cifra della parte decimale e collega, sulla circonferenza, quelle adiacenti; ad esempio, in:
0,285714285714285714…
l’8 è adiacente al 2 e al 5, quindi traccio un segmento da 8 a 2 e uno da 8 a 5.
Ripeti l’operazione per ogni cifra, ed otterrai la seguente figura:
Restano fuori i punti 3, 6 e 9, che costituiscono i vertici di un triangolo equilatero. E qui troviamo il numero 3, il numero perfetto, anch’esso pregno dei più svariati significati. Uniamo i suddetti punti.
La figura che abbiamo ottenuto prende il nome di enneagramma, simbolo ampiamente utilizzato in ambito psicologico ed esoterico; dai più è ad oggi conosciuto come schema che rappresenta i nove tipi di personalità di base: ogni tipo psicologico può essere approssimato con una delle nove categorie che lo schema individua. In realtà lo schema è nato in ambito esoterico come schematizzazione utile per lo studio dei processi evolutivi: ogni fenomeno dinamico (uomo compreso) sarebbe accomunato da un unico modello di sviluppo, rappresentato appunto dai nove punti dell’enneagramma.
Non voglio qui addentrarmi nei vari significati che possono essere associati a questo simbolo (né ho le conoscenze per farlo), il mio scopo era solo quello di stimolare la tua curiosità; se ci sono riuscito almeno in parte posso ritenermi soddisfatto. La curiosità aiuta ad uscire dal solco.
Riferimenti bibliografici:
Piotr D. Ouspensky –Frammenti di un insegnamento sconosciuto
Caro Marco,
vorrei aggiungere alle tue parole una breve riflessione. Per quello che conosco io, l’enneagramma viene da un tempo e un luogo molto lontano e si pone in contesti a volte contrapposti: l’esoterismo, la geometria e la matematica, la psicologia e il comportamento umano. Eppure, in tutti i casi, a mio avviso rappresenta la necessità ancestrale dell uomo di ricondurre tutto a regole, modalita’, formule e figure . Mi chiedo: cosa da vita all’enneagramma? L’esistenza effettiva di regole e percorsi da formalizzare, visualizzare oppure il bisogno dell’essere umano di trovare un disegno nell’infinito e inquietante disordine che ci trasmette tutto cio’ che ci e’ ancora ignoto? E ancora:
l’individuo ha veramente 9 strategie comportamentali uguali a se stesse da centinaia di anni in qualsiasi cultura oppure é chi studia e si confronta con queste strategie che necessita di ‘ingabbiare’, ‘semplificare’ ‘incanalare’ l’imprevedibile? Non siamo forse noi a sentirci felici e sollevati quando riconduciamo il disordine all’ordine, il complesso al semplice, la minoranza alla maggioranza e l’ignoto al noto? Anche io trovo l’ennegramma affascinante, ma devo ammettere che tra le sue regole e le sue linee perfette mi sento ‘tra mura amiche’, rinfrancata, riconosciuta, accettata… insomma … ‘normale’ 🙂
Un salutoooo!!!
Bello questo contributo, grazie Bru! La domanda è lecita: è vero, credo che il cervello dell’uomo abbia bisogno di modelli, di semplificazioni della realtà che lo aiutino a comprendere e trovare uno schema ricorrente in un mondo apparentemente caotico. Qui c’è del materiale per altri articoli, grazie!