Cerca di immedesimarti in questa situazione: hai un orto stupendo, con patate in fiore, carote, pomodori rossi rossi pronti da cogliere, peperoncini piccantissimi, proprio come piacciono a te, melanzane tonde e oblunghe, zucchine e insalate di ogni tipo; tutti quelli che passano ne decantano la bellezza e si complimentano con te.
Ti sei calato nella parte? Bene. Un brutto giorno una grandinata scarica chicchi grandi come palle da golf sul campo e ti distrugge il raccolto; cerca di immaginare i sentimenti che provi: rabbia, frustrazione, tristezza, disperazione. Se sei credente, paradossalmente te la prenderai con Dio, in modo più o meno velato. Se non lo sei, invierai imprecazioni ad entità virtuali che sai non esistere giusto per sfogare la rabbia.
Adesso cambiamo finale: sempre il bell’orto di prima, ma questa volta nottetempo cogli sul fatto le capre del vicino che hanno appena terminato di distruggere il raccolto, compiendo un lavoro degno di una grandinata. Che sentimenti provi adesso? Gli stessi di prima? I tuoi istinti omicidi rimangono impassibili o sono in qualche modo solleticati? Cosa cambia da una situazione all’altra?
Altro scenario: sei in ritardo per l’ufficio, devi timbrare entro le 9.00 e sai che se non arriverai in tempo dovrai recuperare nel pomeriggio saltando la palestra. Premi sull’acceleratore, forse prendendo tutti i semafori verdi riuscirai ad arrivare in orario, ammesso che tutto fili liscio come l’olio.
Giri la curva e… una frana blocca la strada! Altro che filare liscio, devi tornare indietro e fare una strada alternativa, il ritardo è di almeno un’ora. Va beh, prenderai permesso. Era destino!
Cambiamo nuovamente finale: giri la curva e… un posto di blocco della polizia! Patente e carta di circolazione prego! E qui ti incazzi! Possibile che questi ce l’abbiano proprio con me, perché non lasciano in pace chi lavora? Perché invece di stare qui a perdere tempo e a farlo perdere alla gente per bene non acciuffano i criminali?
Non vado avanti a descrivere le espressioni colorite, so che hai abbastanza fantasia.
Ma analizziamo un poco le varie situazioni: nel caso dell’orto, per te cosa cambia? Nulla, ti ritrovi comunque con un raccolto mancato. Un agente esterno, un elemento dell’ambiente che ti circonda lo ha rovinato. Perché le emozioni nei due finali sono così diverse? Perché la rabbia nel secondo è maggiore?
Nello scenario due, la frana ti fa ritardare di un’ora, il posto di blocco sì e no dieci minuti. Perché ti arrabbi di più per quest’ultimo? Nuovamente, un agente (davvero!) esterno ha causato il ritardo. Cosa cambia?
Intanto ti chiedo: ti riconosci in questo stato di emozioni? Se non è così e la prendi sempre e comunque con filosofia, questo articolo non ti riguarda.
In caso contrario, voglio stimolarti questa riflessione: non sarà forse la presenza di un responsabile, che magari ce l’ha con noi, a peggiorare la situazione e farci macerare in sentimenti di rabbia e nervosismo? Per chi sta messo peggio, poi, è sempre così: se la prende con Dio, con la sfortuna, a volte con sé stesso, insomma ha bisogno di qualcuno con cui sfogare la propria ira.
Quando invece l’unica cosa sensata da fare è rimboccarsi le maniche e trovare un rimedio. Non cercare un colpevole, ma la soluzione.
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