Ora ti chiedo un grosso sforzo di fantasia.
Immagina una serie molto lunga di stanze, disposte in fila e fra loro comunicanti per mezzo di porte che ti permettono di visitarle in sequenza.
Ogni stanza è un giorno della tua vita, dalla nascita alla morte; parti dalla prima, poi all’alba del giorno successivo passi nella seconda e così via fino all’ultima (tranquillo, come ti ho detto, le stanze sono molte).
Nella stanza trovi proprio tutti gli elementi che ti sono necessari per vivere la giornata (ed è qui che mi occorre la tua fantasia al lavoro): i parenti, gli amici, la tua casa, il luogo dove trascorri le vacanze… sì, anche i luoghi: dentro la stanza puoi trovare un paese, il mare, le Alpi…
Dentro la stanza trovi anche un diario che racchiude le tue memorie: tutto ciò che hai visto, fatto, sentito e percepito nelle stanze visitate in precedenza è scritto nel libro, e questi contenuti li ritroverai nel corrispondente libro della stanza successiva, con l’aggiunta di quanto vissuto nella stanza corrente; questo è un punto importante: i tuoi ricordi sono rappresentati esclusivamente dal contenuto del diario, che codifica i solchi della tua mente. Niente diario, niente ricordi. Ovviamente i diari aumentano di dimensione via via che si passa di stanza in stanza.
Facciamo un esempio: nella stanza numero 9125 visiti il paese di Solchenburgo, ti piace parecchio, in particolare il museo della scienza; nella stanza 9126 sei a casa, chiami un amico che ti chiede notizie della vacanza e tu, sfogliando le ultime pagine del diario dei ricordi, recuperi l’informazione circa il museo di Solchenburgo, che consigli all’amico. Nella stanza 9132 l’amico ti telefona e ti racconta di essere stato al museo e conferma che è molto interessante: tu grazie al diario dei ricordi riconosci l’amico che ti sta telefonando, sai di essere stato a Solchenburgo e di averlo consigliato all’amico, quindi iniziate a scambiarvi impressioni sul posto.
Il passaggio di stanza in stanza è una metafora dello scorrere del tempo: le memorie si accumulano nel diario (analogamente all’accumulo di memorie nella nostra struttura cerebrale) e tu hai conoscenza della stanza in cui ti trovi e, sfogliando il diario, anche di quelle in cui sei stato. Ma adesso rifletti: siccome la conoscenza che hai a disposizione è data unicamente da ciò che trovi nella stanza (persone, cose e diario delle memorie), se l’ordine di percorrenza fosse invertito, per te cambierebbe qualcosa? Direi di no: la tua percezione del mondo è influenzata solo dal contenuto della stanza in cui sei, tu non hai coscienza dell’esistenza di altre stanze, a maggior ragione della stanza precedente o successiva.
Detto in altri termini: se anche il tempo scorresse al contrario, per come abbiamo costruito l’esperimento mentale tu continueresti a immaginare un flusso in una sola direzione, e questa direzione è stabilita implicitamente dal contenuto dei vari libri. Spingiamoci oltre: se il tempo non scorresse affatto, non ci fosse alcun passaggio di stanze e tante copie di te fossero ognuna nella propria stanza, ciascuna crederebbe di vivere un presente, aver vissuto un passato e andare verso un futuro ancora non conosciuto.
Quanto dico è ovviamente provocatorio: non sto asserendo che le cose stiano proprio così (come potrei saperlo?), ma semplicemente che, se lo fossero, noi comunque non ce ne accorgeremmo; quindi: anche se a noi sembra che il tempo scorra, non è detto che questo corrisponda alla realtà fisica del mondo; dopotutto abbiamo avuto per millenni la convinzione che il sole girasse intorno alla terra…
E torniamo nuovamente al problema del libero arbitrio, che un certo ramo della fisica impregnato di determinismo sembrerebbe escludere… ma a beneficio del tuo amor proprio (so che ti vuoi sentire padrone della situazione) ti anticipo che esistono altri campi di ricerca in cui invece le cose non sono così prevedibili e predeterminate, anzi regna l’incertezza e la casualità: ma di questo parleremo in un articolo successivo.
Vediamo, sono piu’ o meno bocca aperta per ora perchè il tutto è affascinante. L’unica cosa che mi viene da dire, cosi’ di getto è che mi capita spesso di tornare indietro ad alcune stanze e in quei momenti ho la sensazione netta che tutto sia davvero “relativo”…..mi spaventa un po’ che possa essere, come appunto dicevi, una visione comoda o consolante….. Aiuto,mi sento un nano e non sono neanche sicura che sia cosi’ male…..
Il primo pensiero è ……confusione !!!! Seguito da ….mi scoppia la testa !!!! Credo che tutti pensiamo che il passato è l’unica cosa certa che abbiano o no ? E qui c’è già confusioone, A livello personale posso dire che cerco di guardare sempre al futuro anche se a volte riflettendo il futuro mi fa paura , non voglio pensarci!
Pingback: Attenzione, allontanarsi dal binario: pensieri in transito. « Fuori dal solco
BELLISSIMO ARTICOLO!!!
Ti ringrazio di cuore Roberto.
Pingback: Tempo di riflessioni | Fuori dal solco